Lettera al direttore

Un anno dall’alluvione, M5S Genova: “Flood proofing e pulizia dei rivi perché eventi del genere non si ripetano più”

Tutti abbiamo ancora negli occhi le immagini drammatiche dell’ultima alluvione a Genova. Era il 9 ottobre del 2014, esattamente un anno fa. Il Bisagno che esonda, il Fereggiano che esplode, Montoggio trasformata in fiume, l’entroterra che frana, migliaia di negozianti in ginocchio e costretti a ripartire da zero. Per la seconda volta in tre anni. E, soprattutto, un morto: l’infermiere Antonio Campanella, trascinato via dalla corrente in un tunnel mortale, senza via d’uscita. Immagini che tutti i genovesi hanno ancora scolpite negli occhi, come un déjà vu a cui ci siamo tristemente abituati, dopo anni di governi di centrosinistra – in Comune e Regione – che non hanno fatto quasi nulla per la messa in sicurezza dei rivi e del territorio, troppo impegnati a cementificare e a progettare edifici in aree esondabili.

Un anno è passato e a Genova è tutto più o meno come prima, tra fiumi e rivi sporchi, ingombri di detriti e vegetazione, i cantieri minori – ma fondamentali – fermi, tanti negozianti che attendono ancora di ricevere i fondi per rimettersi in piedi. L’unica cosa ad essere cambiata è il colore politico, da un rosso stinto al verde-azzurro dell’attuale giunta Toti. Che sull’emergenza idrogeologica ha cominciato a mettere le mani con tutta la lentezza della macchina burocratica e delle risorse che ci sono per Erzelli e scuole private, ma non per mettere in sicurezza fiumi, strade, ponti, persone.

Ben venga la nuova allerta a colori, ma non può bastare per dare risposte concrete a chi nell’alluvione dello scorso anno ha perso tutto e oggi ha paura di ritrovarsi nuovamente sott’acqua. Com’è accaduto nella notte tra il 13 e il 14 settembre scorso, quando Genova e la provincia si sono risvegliate un’altra volta alluvionate: il Ponente trasformato in un lago; cantine, garage e fondi allagati un po’ ovunque; chiuso il tunnel di Brignole; due scuole inaccessibili a Struppa e Sant’Eusebio; strade senza luce; frane e cedimenti continui che hanno isolato decine di comuni dell’entroterra. E, ancora una volta, la macchina dei soccorsi si è dimostrata inefficiente e incapace di far fronte alla situazione.

Ma se la resilienza a breve termine fa acqua da tutte le parti, è quasi del tutto inesistente una strategia di prevenzione futura che, se messa in atto subito, consentirebbe anche nel breve termine di limitare in modo consistente le conseguenze delle alluvioni. Temi su cui il MoVimento 5 Stelle si batte da anni, pressoché inascoltato: pensiamo, ad esempio, ai tetti verdi che garantiscono l’efficientamento energetico (intorno al 25%) e l’assorbimento dell’acqua piovana. La pulizia costante dei rivi. Oppure le opere di “flood proofing” (a prova di alluvione!): una serie di misure flessibili, permanenti e sostenibili dal punto di vista ambientale, per impedire l’inondazione degli edifici o limitarne il danno.

Il tempo è già scaduto. Bisogna incominciare subito a combattere il dissesto idrogeologico, per far sì che il 9 ottobre del 2014 sia ricordato solo come un drammatico, ma lontano, anniversario. Una lezione da cui tutti dobbiamo imparare qualcosa, perché fatti come questo NON SI RIPETANO PIÚ!

Alice Salvatore e Marco De Ferrari, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria

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