Si è svolta oggi a Genova una conferenza stampa organizzata da Uil di Genova e della Liguria in collaborazione con Donnaesalute (che organizza l’evento) e l’Istituto Italiano di Bioetica per presentare l’iniziativa pubblica “Le nuove frontiere della cura” che si terrà venerdì 23 ottobre a Genova. Hanno prese parte alla conferenza stampa: Lella Trotta, segretario confederale Uil Genova e Liguria, Roberta Cavicchioli, Centro studi Liguria, Giovanna Badalassi, Università GenderCapp Università di Modena e Reggio Emilia
La dimensione della cura è al centro di un dibattito che incrocia l’evoluzione dei sistema sanitario e socio-assistenziale pubblici, i progetti di superamento del Welfare tradizionale, le tendenze demografiche di medio e lungo periodo.
Fenomeni quali l’invecchiamento della popolazione, la discontinuità e flessibilità dei percorsi professionali, le mutate dinamiche dei rapporti intergenerazionali stanno mettendo a dura prova la capacità di cura di famiglie e istituzioni. Sanità pubblica e rete dei servizi socio-assistenziali si confrontano da tempo con un crescente bisogno di cura della popolazione che richiede nuovi strumenti, nuove risorse e modalità organizzative. La riforma dello stato sociale che sembra oggi indifferibile, passa attraverso l’introduzione di politiche pubbliche finalizzate al perseguimento di una condizione di “well-being”, di benessere dei cittadini e della comunità, non solo e non più al contrasto della malattia e del disagio.
“Vi è infatti bisogno che tutte le istituzioni e realtà socio-sanitarie attive sul territorio si confrontino e costituiscano insieme un sistema di Welfare capace di sostenere a tutti i livelli il benessere di tutte e tutti – dichiara Lella Trotta, segretaria confederale UIl Genova e Liguria – un sistema di Welfare che va ripensato e ricostruito, non solo valorizzando le miglior esperienze, ma che ripensando i valori che lo sostengono, agli ideali ai quali vuole tendere la nostra comunità”.
In questo processo di trasformazione inteso a migliorare le prestazioni assistenziali in qualità, efficacia ed efficienza le donne rivestono un ruolo centrale sia perché si dedicano all’assistenza dei familiari, spesso supplendo alle carenze del sistema socio-sanitario, sia perché l’elevata aspettativa di vita della popolazione femminile ne fa utenti prioritarie dello stesso.
Come ridisegnare dunque un sistema welfaristico e delineare possibili scenari di riforma per i servizi sanitari e assistenziali, tenendo conto di questa specificità?
Tenteremo di dare una riposta con il contributo di attori istituzionali, esponenti del mondo della ricerca e della cultura; prenderemo in esame esperienze locali e nazionali che valorizzino una visione dinamica della relazione di cura e promuovano nel contempo la partecipazione del cittadino riaffermandone il valore politico e in termini di cittadinanza.