Levante. Patto di ferro tra Chiavari e Lavagna per il no al depuratore comprensoriale previsto sulla colmata a mare di Chiavari.
Le due amministrazioni vogliono un impianto di vallata da realizzare all’interno del porto di Lavagna in uno spazio offerto dall’Amministrazione comunale. Questo in sintesi l’accordo raggiunto oggi con un ordine del giorno congiunto che di fatto riporta il depuratore a Lavagna ma ‘solo’ per 140 mila utenti, mentre Sestri Levante, Moneglia, Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese dovranno trovare un loro sito idoneo. L’ultima parola spettera’ alla Regione. Nei giorni scorsi la citta’ metropolitana ha deliberato la costruzione del depuratore unico del Tigullio orientale nella colmata a mare di Chiavari, opera da 40 milioni.
I punti del dissenso sono quelli dell’impatto ambientale, dei costi enormi per costruire una tubatura da Sestri Levante a Chiavari, i futuri oneri di gestione e i tempi di costruzione non inferiori ai sei anni. I due impianti di vallata proposti: uno a Lavagna per l’intera Fontanabuona piu’ Chiavari e a Sestri Levante per la Val Petronio costerebbero meno e avrebbero gestioni piu’ semplici.
In Regione arriveranno anche le 3500 firme raccolte in pochi giorni che dimostrano la contrarieta’ della popolazione accompagnate da un documento approvato dall’affollata assemblea di ieri sera all’Auditorium San Francesco che sintetizza punto per punto il no al progetto Iren e sottolinea come la Colmata a mare sia da utilizzare per il rilancio della citta’.