Genova. “Il personale di Terminal Rinfuse Genova, partecipando consapevolmente alle vicissitudini aziendali, non ha dichiarato alcuno stato di agitazione. Anche la Pietro Chiesa dovrà prendere coscienza che i tempi sono cambiati e che la sua struttura non potrà più essere quella del periodo pre-crisi”.
Replica così Terminal Rinfuse alla comunicazione dello sciopero della Compagnia Pietro Chiesa il 14 ottobre. “Terminal Rinfuse Genova dopo una prima fase di start up, iniziata con il subingresso nel 2013 nella concessione in capo alla Terminal Rinfuse Italia, si sta progressivamente assestando su livelli competitivi, pur in un contesto economico recessivo che ha determinato una drastica riduzione dei consumi da parte dell’industria e, in generale, del tessuto economico/produttivo, con conseguente flessione delle merceologie tradizionali, quali il cemento, il carbone e il clinker”.
Nonostante questo Terminal Rinfuse Genova, già nel secondo anno di gestione del terminal, ha consuntivato volumi di traffico pari al 27% in più rispetto al precedente anno, con prospettive di crescita graduali, anche attraverso la diversificazione merceologica in parte già consolidata.
I traffici potranno essere incrementati con nuovi ormeggi (sostitutivi a quelli sottratti alla parte Levante di Ponte di Rubattino per far spazio al tombamento della Bettolo), con le aree di stoccaggio all’aperto sospese (sempre per la realizzazione del tombamento della Bettolo) e, non ultimo, con l’assegnazione di nuove aree rese disponibili dalla prossima dismissione della centrale termoelettrica dell’Enel.
“Terminal Rinfuse Genova – specifica – si farà carico, come ha sempre fatto, delle problematiche relative alla Pietro Chiesa, attraverso un percorso di crescita del terminal che è soprattutto legato alla sua futura ridefinizione in termini di aree, di infrastrutture e al possibile ingresso di nuovi soci. Sono inopportune le considerazioni di Tirreno Bianchi su questioni aziendali e di eventuali partnership che competono esclusivamente alla società“.