Genova. “Un obiettivo pratico che è quello di porre rimedio rispetto a una società che ha costi dirigenziali significativi e restituisce poco al Comune di Genova e uno politico, vale a dire stimolare la giunta a proporre un pensiero progettuale rispetto ai servizi delle società partecipate perché rispetto a queste società si sa solo parlare di privatizzazione e il non intervenire in tempo non vorremmo significasse poi far passare come indispensabile un intervento dei privati”. Il capogruppo del M5S Paolo Putti riassume così il senso, soprattutto politico, della delibera con cui il gruppo domani in sala Rossa proporrà la fusione per incorporazione di Genova Parcheggi con Amt.
Una delibera che sta provocando come accade sempre più spesso tensioni in maggioranza perché se i numeri del ‘no’ sulla carta ci sarebbero, le incognite rispetto a possibili assenze e agli umori sopratutto all’interno del gruppo misto, non faranno dormire stanotte sonni tranquilli. “Che serva una maggiore efficienza e una riduzione dei costi dirigenziali è evidente – dice Enrico Pignone, capogruppo della Lista Doria – ma oggi incorporare Genova Parcheggi in una società come Amt prima di capire il futuro di quest’ultima con la gara non ha senso”.
I numeri
A votare no alla delibera saranno certamente i 6 consiglieri della Lista Doria, 8 del Pd (sicura l’assenza di Nadia Canepa che è in ferie), il sindaco, probabilmente i due consiglieri dell’Udc (Gioia e Repetto), e quasi certamente Malatesta. Così i voto arrivano a 16. Per arrivare a 21 servono quantomeno i voti del resto dei componenti del gruppo misto (secondo i rumors potrebbero essere Anzalone, Caratozzolo e Gozzi, mentre sono incerti Baroni, Mazzei e De Benedictis). Un aiuto potrebbe arrivare anche dalla Lista Musso che potrebbe però optare per l’astensione. Insomma, a 24 ore dal voto l’incertezza regna sovrana
La delibera
Anzitutto, hanno spiegato oggi i consiglieri del M5S in una conferenza stampa, Genova Parcheggi ‘restituisce’ troppo poco a Tursi in quanto con un incasso medio annuo di 12 milioni di euro paga in pratica un canone di circa 2 milioni. Accanto il costo dei dirigenti che in tre costano 640 mila euro, con una media di 213 mila euro ciascuno. “E’ il livello medio più alto delle partecipate ” spiega Andrea Boccaccio mentre mostre le slides che indicano fra l’altro i costi annui del presidente degli Stati uniti Barak Obama (358 mila euro) e quelli di Matteo Renzi (112 mila).
Ancora, “Genova Parcheggi non solo paga poco ma anche in ritardo: ad oggi il debito nei confronti del Comune di Genova è di circa 1 milione e 800 mila euro” dice Boccaccio. Altro capitolo nero è il ricavo degli stalli. Calcolando quelli delle isole azzurre (1576 stalli che hanno costi orari compresi tra 2 euro e mezzo e 1 euro) Genova Parcheggi ricava dai da ticket 3.936 mila euro: “ Dividendo gli incassi per numero stalli scopriamo che le isole azzurre incassano per 4 ore e mezzo al giorno sulle 12 in cui sono operative – spiegano i consiglieri del M5S – Ci dicono che è colpa della crisi, del poco personale e anche del fatto che il 60% delle isole azzurre sono occupate da disabili, ma secondo noi devono rendere di più”.
Alla società che ha detto in commissione di avere in sostanza personale per coprire solo la metà delle ore di funzionamento delle isole azzurre il M5S replica che tramite la mobilità interaziendale o l’impiego temporaneo di nuove risorse si potrebbe entrare in un circolo virtuosi di “Abbiamo calcolato – dicono conti alla mano – che se si riuscisse a far crescere del 15% i ricavi ci sarebbe un incasso ulteriore di 483 mila euro che potrebbe essere trasformato in 14 nuovi posti di lavoro che a sua volta consentirebbe di aumentare i ricavi“.
Da qui i risparmi che la delibera, se passasse, potrebbe garantire: in base ai calcoli il risparmio sarebbe di circa 1 milione e 800 mila euro l’anno grazie al taglio di 3 dirigenti (verrebbero al loro posto utilizzati quelli di Amt), un efficientamento anche solo del 5% e una maggiore integrazione tra i servizi.
Lo scenario
Molto probabilmente domani la maggioranza per rispondere alle problematiche oggettive sollevate dalla delibera proporrà un ordine del giorno in cui si impegnano il sindaco e la giunta ad intervenire sulla società attraverso un piano che preveda maggior efficienza e processi gestionali più trasparenti facendola in qualche modo rientrare nella delibera sul personale delle partecipate da cui al momento è esclusa. La maggioranza avrebbe pronti anche alcuni emendamenti ma che difficilmente troveranno il sostegno dei consiglieri proponenti che oggi hanno chiarito che “questa delibera è vincolante. Se poi non passasse, come non ci auguriamo, ci auguriamo comunque di essere di stimolo alla giunta”. Ma di mozioni ed ordini del giorno i consiglieri del M5S al momento non vogliono sentir parlare.