La difesa

Pestaggio omofobo sul bus, una delle ragazze: “Dispiaciuta, ma non chiedo scusa”

Il suo legale contesta: "Quella sera due 40enni ubriachi hanno molestato una ragazzina e poi hanno fatto a botte"

tribunale genova

Genova. Proseguono le indagini per stabilire quanto accaduto la notte del 14 luglio scorso, quando un gruppo di cinque ragazzi aggredì, riducendolo in fin di vita, un 40enne alla fermata della linea del bus numero 1 a Caricamento. Il pm Vittorio Ranieri Miniati ha dato incarico al medico legale Silvana Mazzone di visitare il barman per verificare il tipo di lesioni provocate e se può essere in grado di testimoniare. Nei prossimi giorni chiederà inoltre un incidente probatorio per sentire nuovamente il marittimo inglese.

Intanto parla, attraverso il suo avvocato Michele Ispodamia, una delle giovani coinvolte nella vicenda. “Provo un enorme strazio, sono dispiaciuta per quello che è successo. Ma – ha spiegato – non chiedo scusa perché non ho fatto nulla di cui scusarmi”.

Pesante il clima attorno a lei: è chiusa in casa, ha paura di uscire e di essere aggredita. Anche perché sui social il popolo del web ha insultato e minacciato i cinque ragazzi. “E’ tremendo quello che è successo all’uomo. Provo un dolore immenso per lui ma anche per le famiglie dei miei amici. Ma io non ho colpito quel signore”.

Secondo il legale “ci sono molti punti da chiarire, anche per mettere fine a una sorta di beatificazione fatta dai media sulle due vittime. Quella sera c’erano due ultraquarantenni, completamente ubriachi, che hanno molestato una ragazzina che poteva essere loro figlia e che poi si sono picchiati con dei ragazzini che potevano essere minorenni, e uno effettivamente lo era. Forse è proprio per questo che le due vittime non hanno denunciato subito quanto successo”.

“Loro non hanno denunciato perché sapevano benissimo che potevano essere denunciati a loro volta e passare dei guai seri”.

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