Genova. 50 persone con disabilità visiva coinvolte nelle attività di formazione; 12 centralinisti qualificati e 13 centralinisti riqualificati con qualifica URP (operatori telefonici addetti all’Ufficio Relazioni con il Pubblico); 22 work experience in vari settori (turismo, ristorazione, istruzione, sanitario, pubblica amministrazione, informatica, trasporti marittimi); 12 assunzioni di figure professionali quali guide turistiche, centralinisti, operatori URP, impiegati commerciali e customer service; un vademecum di buone pratiche per l’inserimento professionale dei lavoratori disabili visivi (scaricabile al sito www.chiossone.it).
Sono questi i risultati del progetto “Occhio al lavoro” – condotto dall’Istituto David Chiossone onlus, in partnership con la sezione ligure dell’Unione Italiana Ciechi e la Cooperativa Solidarietà e Lavoro, con il finanziamento di Regione Liguria e del Fondo sociale europeo – presentati oggi a Genova, sulla Chiatta di Dialogo nel Buio, alla presenza di Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi.
“Occhio al Lavoro” – che si è svolto a Genova dal gennaio 2013 al giugno 2015 – si è proposto di aiutare concretamente i disabili visivi a inserirsi nel mondo del lavoro, creando nuove opportunità e percorsi professionali, oltre la tradizionale figura del centralinista, da sempre considerato unico sbocco professionale per ciechi e ipovedenti.
Con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra aziende e candidati disabili visivi è stato prodotto il vademecum “L’ABC dell’inserimento lavorativo di una persona con disabilità visiva”, disponibile online sul sito www.chiossone.it. Uno strumento utile per le aziende che credono nel capitale umano e sono disponibili a capire concretamente quanti e quali abilità una persona cieca o ipovedente possa mettere in campo in un contesto lavorativo, ma anche per tutti i disabili visivi che vogliono seguire le proprie ambizioni e aspirazioni professionali, per superare i limiti e scoprire nuovi orizzonti.
Tre le condizioni essenziali per un inserimento professionale vincente. Innanzi tutto che il candidato sia disposto a lavorare su di sé, approfondendo potenzialità e limiti. Dall’altra parte, che l’azienda sia disposta ad “aprire gli occhi”, superando il luogo comune di disabilità visiva equivalente a “buio totale”, per scoprire le abilità di una persona cieca o ipovedente in un contesto lavorativo. Fondamentale è poi il ruolo del mediatore, in questo caso l’Istituto Chiossone, che funge da punto d’incontro tra aziende e candidati, fornendo un’attività insostituibile di supporto a entrambe le realtà.