Il fardello

Micro imprese e maxi tasse, aziende liguri “schiacciate dalle imposte locali”

Quelle genovesi le più tartassate, tra Irap, Irpef e "tassa sulla tassa"

tari 2015

Liguria. Non che quelle nazionali siano all’acqua di rosa, ma certo le responsabili maggiori degli aumenti del carico fiscale negli ultimi anni sono le tasse locali. Stretti tra tagli e servizi da erogare comunque gli enti locali le hanno aumentate a dismisura: tra il 2011 e il 2014 di circa 21 miliardi di euro. L’impatto per cittadini ed imprese, specie quelle piccole e piccolissime, si fa naturalmente sentire e la Liguria non brilla certo in classifica.

L’impatto di Irap, addizionale comunale e regionale Irpef, Imu e Tasi sulle piccole realtà produttive della nostra regione è di 9.932. Un prelievo fiscale, secondo i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze e ITWorking diffusi dall’Ufficio studi di Confartigianato, ulteriormente aggravato dagli effetti dell’indeducibilità dell’Imu, che generano una vera e propria “tassa sulla tassa” e che comporta ben l’8,9% di prelievo aggiuntivo. Nel 2014 il prelievo complessivo ha quindi toccato i 10.871 euro per microimpresa, pari a ben 2.174 euro per addetto.

Non siamo i peggiori, ma neanche i più virtuosi: così in Campania si paga 12.547 euro, pari a 2.509 euro per addetto, ma il risparmio fiscale di un’impresa valdostana
rispetto a una ligure è addirittura di 2.655 euro. In Liguria la tassazione più vorace è quella genovese: la media del prelievo complessivo è di 2.186 euro per addetto.
Seguono imperiese, 2.172 euro di tasse pagate per addetto, e savonese, con 2.159 euro. Chiude La Spezia: qui il prelievo complessivo per addetto tocca i 2.147 euro.

“Quello del fisco è un peso che schiaccia soprattutto le imprese di piccolissime dimensioni – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – e la crescita della pressione fiscale degli ultimi anni è stata trainata proprio dall’inasprirsi della tassazione immobiliare che ha interessato prevalentemente le realtà più piccole: è inaccettabile che, in questa giungla di aliquote, gli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) siano tassati come beni
di lusso. Occorre invertire la rotta al più presto e approvare una riforma per ridurre la pressione fiscale che grava sulle microimprese, quelle che meno beneficiano del taglio Irap”.

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