Genova. Gli scavi per la galleria del nodo ferroviario di Genova hanno fatto perdere l’acqua di una sorgente usata dal 1929 in forma di acquedotto privato dagli abitanti di Fegino. La concessione scadrà nel 2019, ma nel frattempo 74 famiglie (180 persone) e varie attività, commerciali e agricole, sono senz’acqua.
Stamattina le commissioni consiliari Territorio e Sviluppo economico hanno iniziato la discussione sulle conseguenze del danneggiamento. Mauro Muscarà e Paolo Putti del M5S, insieme ad altri consiglieri, hanno osservato che sarebbe stato doveroso un intervento del Comune per garantire, anche con autobotti, la fornitura d’acqua ai cittadini. “Fornire l’acqua per ridurre il danno è un dovere del responsabile del danno, cioè delle Ferrovie e delle ditte che hanno effettuato i lavori – ha risposto il vicesindaco Stefano Bernini – se il Comune prendesse una simile iniziativa, specialmente in assenza di una richiesta ufficiale commetterebbe un illecito”.
Del problema si parlerà anche lunedì prossimo, in un’ulteriore seduta congiunta delle commissioni perché – come ha specificato Padovani – “la riunione di questa mattina è stata programmata con urgenza solo ieri sera e non è pertanto stato possibile ottenere la presenza in aula di tutti i soggetti interessati, tra cui Ferrovie e Iren – Mediterranea delle Acque”.