Genova. Sono ancora senza una goccia d’acqua i 180 abitanti della zona compresa tra Fegino alta e Trasta. La colpa è dei lavori per il nodo ferroviario di Genova che ha di fatto deviato le due sorgenti che formavano l’acquedotto privato gestito dal Consorzio della Costiera, i cui azionisti sono gli abitanti e le aziende agricole della zona. In un primo tempo si era ipotizzato che fossero i cantieri dell’alta velocità ad aver intercettato le sorgenti, ma non è così: il danno sarebbe stato fatto dagli scavi nella sovrastante galleria di Borzoli.
Un danno in qualche modo previsto tanto che negli accordi Rfi ha stanziato 1 milione e 110 mila euro proprio per allacciare gli abitanti di via della Costiera all’acquedotto di Mediterranea della Acque. “Di questi soldi ad oggi – spiega la presidente del consorzio Fausta Oliveri – ne sono stati spesi solo una parte, circa 750 mila che hanno portato all’allaccio solo della parte centrale della via, lasciando fuori tutta la parte bassa. Un lavoro incompleto che lascia fuori famiglie considerate evidentemente figlie di nessuno con anziani e persone malate. Mio padre, che ha 98 anni, oggi per la prima volta ha bevuto l’acqua dalla bottiglia perché fino a ieri non ne voleva sapere”. E’ dal 1929 che esiste il Consorzio della Costiera e mai ci sono stati problemi: “Era un bene pubblico per cui pagavamo una concessione e che gestivamo in autonomia, e ora non c’è più e nemmeno è stata prevista una soluzione alternativa per tutti”.
A Fegino la tensione che si respira è altissima e il problema dell’allaccio solo parziale si è intrecciato a quello dei costi: l’allaccio all’acquedotto pubblico porterebbe, secondo quanto emerso da un incontro tra il Consorzio e Mediterranea delle Acque, gli abitanti a pagare l’acqua a costo intero mentre oggi il costo è quello di un uso agricolo a cui gli ‘azionisti’ devono però aggiungere i costi per la manutenzione del loro acquedotto.
“Non vogliamo l’acqua gratis – dice Oliveri – ma è evidente che Ferrovie dello Stato ci ha arrecato un danno e ci ha tolto un bene e ora vogliamo delle risposte“. Risposte che gli abitanti di Fegino chiedono anzitutto a Tursi: “Il Comune non ha vigilato – dice Oliveri – mentre mediterranea delle Acque probabilmente si è già intascata 750 mila euro mentre noi siamo ancora secco. Ora vogliamo una risposta e la vogliamo in 24 ore”.
Anche i contatti con le isituzioni in questo mese e mezzo non sono stati facili, complice il periodo di ferie: “Il Municipio non ha fatto niente e dal vice sindaco cui abbiamo chiesto di agire rapidamente come mediatore per una soluzione equa, nonostante le telefonate che ho fatto ancora oggi non abbiamo ricevuto risposta”. La soluzione per gli abitanti potrebbe essere quella di arrivare a un accordo con cui Fs, avendo procurato il danno, si impegni a pagare per un congruo periodo di tempo l’acqua a Mediterranea mentre gli abitanti, ma la presidente del consorzio è oggi troppo esasperata per trattare: “Vogliamo l’acqua subito – dice – oggi non mi interessa parlare di nessuna trattativa“.
Per il vicesindaco di Genova Stefano Bernini, che in queste settimane ha incontrato i rappresentati del consorzio una soluzione potrebbe esserci: “Quello che si può ottenere – dice – è che temporaneamente, finché non verrà ripristinata l’acqua delle sorgenti, cioè fino alla fine dei lavori, l’acqua che verrà fornita da mediterranea delle acque sia pagata come uso agricolo. Per questo tuttavia serve l’autorizzazione dell’Ato provinciale. Per questo ho interpellato il consigliere delegato Enrico Pignone e dovrei avere una risposta nei prossimi giorni”.