Udienza in corso

Alluvione 2011, l’ex sindaco Vincenzi: “Non ricordo se in tarda mattinata sono andata o no al Matitone”

L'ex primo cittadino nella prima parte della sua deposizione attacca tutti e scarica le responsabilità

cronaca

Genova. “Uscii dai magazzini del Cotone dopo le 12, forse alle 12.30. Pioveva piano. Andai in macchina con Gazzarri che voleva andare al Coc. Io non avevo la percezione che piovesse molto forte allora, e avevo bisogno di staccare 5 minuti perché avevo la pressione dell’allerta e ne venivo da una mattinata impegnativa ad Eurocities. Poi ricevetti la telefonata della Danzì che mi informava che c’erano seri problemi sullo Sturla, alla Foce e sul Fereggiano. Lì per la prima volta ebbi la percezione che qualcosa di molto grave stava accadendo. Uscii di corsa per andare al Coc anche se poi non mi ricordo se ci andai quando e cosa fu detto”.

E’ questa forse la prima grande contraddizione in cui cade l’ex sindaco Marta Vincenzi che questa mattina ha deposto nel processo che la vede imputata con altri quattro per omicidio colposo e falso per l’alluvione del 4 novembre 2011. Vincenzi dice che la telefonata del suo segretario generale la allarma al punto di correre al Matitone e poi non ricorda assolutamente nulla di quello che accadde.

L’ex primo cittadino nella prima parte della sua deposizione attacca tutti e scarica le responsabilità. A proposito delle scuole dice che fu informata della decisione di tenerle aperte da Scidone e Veardo nel tardo pomeriggio del 3 novembre. Decisione che lei non contesta, anzi difende il piano di emergenza del Comune: “Non c’è mai stata nessuna propensione a tenere le scuole aperte. Dal 2007 al 2011 ci furono 31 allerte 1 e 9 allerte 2 e rispetto alle scuole vennero prese decisioni diverse che non si rivelarono mai sbagliate. Noi ci basavamo sul piano di emergenza del Comune incentrato sulla filosofia di una flessibilità ragionata. La città doveva reagire con una serie risposte concentrandosi anche sull’evolversi dell’emergenza”. Peccato che come le fa notare il pubblico ministero Luca Scorza Azzarà nella lettera che scriverà ai genovesi il 15 novembre dica che se qualcuno l’avesse interpellata avrebbe detto di chiudere le scuole.

Ancora. Quando quella stessa sera scopre che l’allerta 2, che doveva cominciare alle 6 del mattino, era stata anticipata alle 22 di quella stessa sera racconta: “Ho fatto un sopralluogo a Pegli, non appena uscita dalla cena di gala e ho verificato che la situazione è sotto controllo”. Non ha sentito il Coc per accertarsi rispetto alle eventuali mutate esigenze? “Non perché avevo verificato di persona”.

“Non ricordo molte cose – ha ripetuto più volte Vincenzi – perché la mia vita da quel momento cambiò completamente, ho fatto una sorta di reset e ho cominciato a ricostruire gli avvenimenti solo quando è cominciato il processo”. Una deposizione lunga e difficile quella dell’ex sindaco di Genova che si difende con le unghie e con i denti: “Non partecipai a nessuna riunione con Gambelli il pomeriggio del 4 prima della conferenza stampa – dice in riferimento alla riunione in cui fu concepita la falsa cronologia dei fatti – anche perché Gambelli non c’era, non si trovava tanto che arrivò a conferenza stampa già iniziata”.

“Non sono mai stata sfiorata dall’idea che quello che mi è stato rappresentato non fosse la verità”.

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