Kazan 2015

Settebello, tutto è possibile: rimontata l’Ungheria, è semifinale mondiale

Azzurri ad un passo dalla qualificazione diretta alle Olimpiadi

Di Fulvio
Foto d'archivio

Recco. Indimenticabile notte da Settebello, che batte i campioni uscenti e vice campioni europei dell’Ungheria 8 a 7, si qualifica alle semifinali dei campionati mondiali di pallanuoto in svolgimento a Kazan ed è a un passo dall’accesso diretto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Gli azzurri ora incontreranno la Serbia, che ha sconfitto 12-7 ai quarti di finale gli Stati Uniti domani, giovedì 6 agosto alle 21,45 locali.

Per l’Italia si tratta della terza semifinale iridata consecutiva dopo il titolo di Shanghai 2011 e il quarto posto a Barcellona 2013; risultati che si affiancano alle altre perle degli ultimi anni: l’argento olimpico del 2012 a Londra e l’argento europeo del 2010 a Zagabria seguito dal bronzo europeo del 2014 a Budapest. Dalla parte alta del tabellone l’altra semifinale è Croazia-Grecia.

Gli azzurri vincono una partita estremamente complicata, decisa dai gol di Luongo, a uomini pari per il 5-5 sulla sirena del terzo parziale e in superiorità numerica (come tutti gli altri del match) per l’8-6 a 3’40” dalla fine.

Sotto 2-0 e 5-3, il Settebello è stato bravo a non cedere al nervosismo; a continuare a tessere trame offensive che producevano superiorità numeriche non sempre trasformate (7 su 15), ma nel contempo a crescere in difesa cominciando a sporcare le medie magiare.

L’Italia va in semifinale. Spinta dal collettivo. Dalla determinazione. Dall’attenzione. Si gioca per la medaglia. Come sempre con Sandro Campagna in panchina dal 2010, anche in tempo di rinnovamento.

Report. L’Italia parte bene con Aicardi che guadagna fallo grave, ma Figlioli spara sul palo. Cambio di fronte ed è Giorgetti ad andare nel pozzetto con Denes Varga che segna l’1-0. Un altro errore degli azzurri in superiorità numerica propizia il raddoppio si Erdely per il 2/2 con l’uomo in più. Sotto di due l’Italia ricuce lo strappo con Alex Giorgetti e Baraldi che pareggia allo scadere servito divinamente da Di Fulvio (2-2). Due gol in superiorità numerica con nel mezzo il primo errore magiaro con l’uomo in più.

Nel secondo periodo Daniel Varga apre e chiude le marcature con Di Fulvio che segna il momentaneo pari: 4-3 magiaro con l’Italia che fallisce tre superiorità numeriche consecutive (3/8 contro 4/6). Il terzo tempo si apre con un paratone di Tempesti in inferiorità e altri due errori dell’Italia con l’uomo in più, così Daniel Varga trasforma il 5-3 (5/8). Ma quando la partita sembra avviarsi dalla parte dei campioni del mondo, l’Italia reagisce. Figlioli trasforma l’undicesima superiorità e, dopo un errore ungherese, Luongo accende gli special, nuota per mezza vasca e conclude a schizzo sotto la traversa: è il pareggio che chiude il quarto (5-5) nonché primo e unico gol a uomini pari del quarto di finale.

Nel quarto tempo Tempesti si supera su Gor-Nagy e Di Fulvio allunga il break per il primo vantaggio (6-5). Il centroboa Harai pareggia, ma Presciutti devia da due metri l’assist perfetto di Giorgetti per il 7-6. Gli azzurri bloccano ancora i magiari in superiorità numerica e Luongo segna l’8-6 a 3’30” da giocare (7/14 in superiorità numerica). L’Ungheria torna sotto con Hosnyansky, un passato a Firenze a 3’01” dalla sirena, ma l’Italia regge. Tempesti fa il miracolo su Szivos e si va in semifinale.

“Vittoria di testa, di cuore, di attenzione – afferma Campagna -. Non è stato facile all’inizio. Siamo andati sotto, anche di due gol; ma la squadra ha mantenuto la sua fisionomia; prendeva gol solo in inferiorità numerica ed è riuscita a rompere gli equilibri col gioco che avevamo studiato. I ragazzi sono stati lucidi e da una squadra giovane magari non te l’aspetti; immagini possa crollare nel finale soprattutto contro i campioni mondiali. Invece hanno gestito il confronto molto bene anche emotivamente. Non è facile giocare ogni due giorni sempre con la stessa intensità, gestendo le energie, soprattutto per una squadra giovane come la nostra che aveva tutte avversarie forti nel girone e quindi non poteva tirare il fiato. Subentrano paure, incertezze. Ora ci siamo sbloccati e viene il bello”.

“Questa partita l’abbiamo vinta prima di entrare in vasca – spiega Giorgetti -; durante l’allenamento di rifinitura. Sapevamo che loro avevano paura. Ci hanno punzecchiato, ci hanno dato dei tortaioli e noi invece siamo stati zitti e abbiamo dimostrato di essere più forti. Non vinci solo perché sei campione del mondo. Dal giorno dopo devi riprendere a lavorare. Noi lo sappiamo, e sappiamo pure che non devi snobbare nessuno e che ormai ci sono cinque/sei squadre praticamente allo stesso livello. Noi siamo stati più bravi in acqua e più forti psicologicamente. Vittoria di gruppo, cuore e freddezza. Provo stima e affetto profondo per tutti i giocatori, per lo staff e per l’allenatore. Però non abbiamo ancora fatto nulla. Ora ci sono due partite, comunque vada, importantissime e daremo tutto”.

“Abbiamo fatto un miracolo – dichiara Luongo -. Sotto di due gol ci abbiamo creduto fino alla fine. Nel momento cruciale siamo stati più lucidi che durante tutta la partita; anche in superiorità e in inferiorità numerica siamo stati più incisivi. Battere i campioni del mondo ti dà sensazioni speciali, soprattutto dopo le polemiche che ci sono state. Abbiamo dimostrato di essere i più forti e ora ci giochiamo la medaglia con partite tutte da giocare. Quando c’è pressione ci esaltiamo. Tutto è possibile”.

Il tabellino:
Ungheria-Italia 7-8
(Parziali: 2-2, 2-1, 1-2, 2-3)
Ungheria: Nagy, Gor-Nagy, Madaras, Erdelyi 1, Vamos, Hosnyanszky 1, Angyal, Szivos, Dan. Varga 3, Den. Varga 1, Bedo, Harai 1, Decker. All. Benedek.
Italia: Tempesti, Di Fulvio 2, Velotto, Figlioli 1, Giorgetti 1, A. Fondelli, N. Presciutti 1, N. Gitto, Giacoppo, S. Luongo 2, Aicardi, Baraldi 1, Del Lungo. All. Campagna.
Arbitri: Alexandresu (Rou) e Stavridis (Gre).
Note. Usciti per limite di falli Gor-Nagy a 1’26” e Figlioli a 7’03” del quarto tempo. Superiorità numeriche: Italia 7 su 15, Ungheria 7 su 13. Ammonito Benedek per proteste nel terzo tempo.

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