Valbisagno

Piastra ambulatoriale Doria di Struppa: “Degrado inaccettabile tra vetri rotti e sporcizia” fotogallery

Rosso e Balleari scrivono al commissario della Asl 3 e presentano interrogazione in Regione e Comune

Genova. “La situazione di degrado tra vetri rotti, oggetti abbandonati, impalcature, strutture fatiscenti che interessa l’area della piastra poliambulatoriale della Doria nel quartiere di Struppa in Valbisagno è un’eredità emblematica e triste della precedente amministrazione regionale. Abbiamo segnalato il problema al nuovo direttore generale della Asl 3 Luciano Grasso affinché ponga rimedio in tempi brevi allo stato di degrado inaccettabile che accoglie gli utenti della struttura”.

Così denunciano Matteo Rosso, presidente della commissione Salute e capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia-AN, e Stefano Balleari, vicepresidente del consiglio comunale di Genova, che hanno sottoposto il problema all’attenzione del commissario Grasso, nuovo direttore generale della Asl 3.

“La sensibilità verso i malati, in generale verso tutta l’utenza e gli operatori dei servizi sociosanitari si misura anche dalla cura e dalla manutenzione delle strutture che dovrebbero essere accoglienti e a misura di paziente per mettere a proprio agio chi entra in ambulatorio per effettuare esami medici – dicono Rosso e Balleari – anche la Doria di Struppa, così come è stata ereditata dalla nuova amministrazione regionale, è un chiaro esempio di quanto poco si sia fatto, negli ultimi dieci anni di giunta Burlando, per rendere più ospitali le strutture ambulatoriali e sanitarie in generale”.

I due esponenti di Fratelli d’Italia scriveranno al Commissario della Asl 3, appena nominato, e presenteranno in Regione e in Comune un’interrogazione affinché si provveda almeno a rimuovere poltrone e oggetti abbandonati.

“Pensiamo che per rendere meno tetre e più ospitali le strutture sanitarie a volte basti davvero poco anche per edifici datati come la Doria. Il decoro dei locali che accolgono un’utenza già fragile per la propria condizione di salute dovrebbe essere la condizione di base per dare una risposta efficace ai bisogni sanitari dei genovesi e un adeguato contesto professionale ai tanti operatori sanitari che lavorano con passione all’interno delle strutture”, concludono.

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