Genova. Due impianti per separare il secco e l’umido della frazione dei rifiuti residui fuori dal ciclo della raccolta differenziata: uno capace di trattare fino a 235.000 tonnellate l’anno e uno più ridotto, con potenzialità fino a 20.000 tonnellate l’anno con stabilizzazione e sistemazione, nel primo caso, dei materiali vagliati a Scarpino e nel secondo con biostabilizzazione e compostaggio a Rio Marsiglia, con due discariche di servizio collegate: Scarpino 3 a Monte Scarpino con capacità di 1.319.000 metri cubi e Rio Marsiglia nei Comuni di Uscio e Tribogna, con capacità di 300.000 metri cubi.
Li prevede il piano-stralcio per il ciclo dei rifiuti della Città metropolitana di Genova, presentato dal consigliere delegato Enrico Pignone e votato oggi dal Consiglio presieduto dal sindaco Marco Doria.
“Sul ciclo dei rifiuti, normato da una recente legge regionale, saremo chiamati a ragionare molto approfonditamente – ha detto Marco Doria – e abbiamo avviato un’intensa interlocuzione con la Regione Liguria, rivendicando alla Città metropolitana il ruolo assegnatole dalla legge Del Rio sui servizi pubblici. Siamo impegnati a definire sempre meglio il nostro ruolo e orientamento strategico e questo piano-stralcio è una prima anticipazione che consente di mettere a punto azioni e funzioni”.
Per Enrico Pignone “era assolutamente accelerare sull’approvazione di impianti essenziali per evitare nuove emergenze nella gestione dei rifiuti. Per questo, mentre stiamo lavorando al piano metropolitano complessivo sul ciclo dei rifiuti che approveremo entro il prossimo marzo come stabilisce la legge regionale del 7 aprile scorso, con questo piano-stralcio la Città metropolitana vara un assetto che, seppure non ancora sufficiente ai fabbisogni generali del territorio, è coerente con le indicazioni del piano regionale sui rifiuti e segna un passo avanti significativo per la gestione del ciclo e il superamento delle gravi emergenze attuali ed è un tassello importante per la complessa e delicata riprogettazione complessiva della gestione integrata dei rifiuti”.
Nell’ampio dibattito consiliare, concluso dal voto favorevole di tutti i presenti, sono intervenuti Gian Piero Pastorino “molto critico e sfiduciato sui rifiuti”, che ha chiesto anche “l’eliminazione dal testo della sigla CCS (combustile solido secondario) per non accettare l’ideologia dell’incenerimento” (e Pignone gli ha risposto “il CCS è una delle possibilità stabilite dal piano regionale”), Adolfo Olcese, favorevole al provvedimento, ma lamentando “nell’Ato non siamo mai riusciti ad assumere decisioni di un certo spessore” e auspicando “che il nuovo disegno integrato veda la luce in modo rapido e si cominci a decidere e attivarlo”, Maria Luisa Biorci, con un giudizio “molto positivo sul fatto che la Città metropolitana inizi immediatamente un lavoro sulla pianificazione degli impianti con questa delibera-stralcio di un piano molto più ampio” e la richiesta alla Città metropolitana di “aiutare i Comuni nella promozione della raccolta differenziata”.
Poi Nino Oliveri che ha chiesto, durante la fase di elaborazione del piano metropolitano complessivo sui rifiuti, “l’istituzione di una specifica commissione di lavoro del Consiglio metropolitano” (condivisa anche dai consiglieri Olcese e Pastorino e accolta da Marco Doria ed Enrico Pignone).
La legge regionale 7/2015 istituisce per la gestione integrata dei rifiuti un unico ambito in Liguria, articolato in quattro aree che coincidono con la Città metropolitana di Genova e con le tre Province di Imperia, La Spezia e Savona. La Città metropolitana nella propria area struttura e organizza i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti, di raccolta differenziata e utilizzo delle infrastrutture al servizio della raccolta differenziata, ne definisce i bacini di affidamento oltre che la gestione e lo smaltimento dei residui indifferenziati con uno specifico Piano metropolitano.
La Città metropolitana dovrà approvarlo entro il 25 marzo 2016, dodici mesi dopo quello votato dalla Regione Liguria che ha indicato cinque obiettivi: prevenire la produzione dei rifiuti, arrivare al 65% di raccolta differenziata, favorire il recupero, raggiungere l’autonomia di gestione dei rifiuti in Liguria e raggiungerla infine anche all’interno di ciascuna Provincia e della Città metropolitana.