Lettera al direttore

Carceri, Basso (Pd): “Imboccata la strada giusta, stiamo lavorando

“Da come si trattano i detenuti c’è il termometro della civiltà di un Paese”

Non possiamo che concordare su questo assunto ed è per questo che, dopo gli anni di assoluto disinteresse verso la situazione carceraria durante i governi di centrodestra, si è finalmente intrapresa una stagione di riforme anche in questo settore.

Senza trionfalismi, ma con soddisfazione: così andrebbe fatto un bilancio, serio, delle riforme messe in campo sul fronte del sistema penitenziario dal ministro Orlando.

Riforme che sono partite, non dimentichiamolo, con il grave fardello della sovrappopolazione carceraria nonchè dalla necessità per il nostro Paese di scongiurare una pesantissima condanna in termini economici e una bruttissima figura davanti al consesso internazionale per la situazione in cui versavano le strutture e, purtroppo conseguentemente, le persone che vi erano costrette. Agenti compresi.

Ora che il numero dei detenuti è passato dai circa 63.000 del 31 dicembre 2013 ai 52.000 del 31 luglio, a fronte di quasi 50 mila posti disponibili, portando così l’indice di sovraffollamento ad una diminuzione del 24%; ora che abbiamo ampliato l’uso delle pene domiciliari, rimpatriato detenuti stranieri e spostato nelle comunità diversi detenuti tossicodipendenti; ora che, in sostanza, abbiamo potuto superare l’emergenza, finalmente possiamo dedicarci a ripensare totalmente il sistema dell’esecuzione della pena e quindi delle strutture, delle modalità e delle possibilità nuove che possono aprirsi.

Il Governo da mesi sta lavorando a questa seconda fase.
L’esecutivo si è infatti impegnato perchè un numero sempre più consistente di detenuti abbia la possibilità di lavorare e creare, così, prospettive future di recupero della persona e di reinserimento sociale. In questa direzione sono andati i numerosi Protocolli siglati con le Regioni, gli accordi assunti con gli altri enti locali, le possibilità che le imprese possono portare negli istituti penitenziari e che oggi vantano interessanti presenze in Expo ed esportazioni di prodotti di eccellenza.

Questo, ricordo al governatore Toti, è anche il Governo che ha sbloccato il contratto della Polizia penitenziaria e che sta cercando di garantire ai tanti operatori e volontari negli istituti penitenziari condizioni di maggiore sicurezza e dignità.

Tutto questo sforzo, facilmente riscontrabile nei numeri e nella mole di provvedimenti normativi e amministrativi adottati, è stato infine apprezzato anche in sede europea, con il segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjorn Jagland che ha definito quanto fin qui fatto dall’Italia sul fronte carceri addirittura un “esempio di buone pratiche per diversi altri Stati membri”.

Ciò nonostante è ancora tanta la strada da fare. Ed è anche per questo che sono stati avviati gli Stati generali che porteranno contributi e proposte – se non vere e proprie soluzioni – dal mondo del volontariato, degli esperti di settore, di opinionisti e intellettuali.

Il ministro Orlando sta lavorando con una strategia certa e un obiettivo ambizioso, quello di coinvolgere la società con una riforma normativa ed organizzativa.
Sono certo che porterà i frutti sperati.

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