Emergenza profughi

Via Caffaro, il malcontento dei residenti. Fracassi: “Appena possibile torneremo ad accoglienza diffusa”

Disagio tra i residenti dopo la decisione di utilizzare l’ex residenza per anziani di proprietà dell’Inps per accogliere i profughi

cronaca

Genova. Nessuna polveriera pronta a esplodere ma un certo disagio tra i residenti di via Caffaro si respira dopo la decisione da parte della Prefettura di utilizzare l’ex residenza per anziani di proprietà dell’Inps per accogliere i profughi.

Cinquanta quelli attualmente ospitati nella struttura. Una situazione tranquilla a osservarla dall’esterno, con i migranti che cercano un po’ di refrigerio dalle finestre e dalla terrazza del palazzo. Qualcuno scende a gettare la spazzatura, ma poi torna su, quasi a non voler farsi troppo notare. E così infatti molti della presenza dei profughi sembrano quasi non essersi accorti: “Non mi sono neppure accorto che ci sono – dice Stefano che gestisce la rivendita di tabacchi a venti metri dalla nuova struttura di accoglienza – e poi che problema dovrebbero creare? Sono persone che hanno perso tutto e l’accoglienza è un nostro dovere”. “Abito un po’ più su e a casa ci sto poco – gli fa eco un’anziana passante – e non ho avuto nessun problema”.

“E’ evidente che come commercianti avremmo preferito che in quella struttura vuota arrivassero nuovi uffici e quindi nuovi potenziali clienti – dice Tony che gestisce il bar che si trova al piano terra del palazzo che ospita i profughi, ma la situazione al momento è tranquilla”. “Che cosa dobbiamo dire – aggiunge la mamma mentre prepara il caffè – speriamo solo che i residenti non decidano di andare a pranzo da un’altra parte perché qui ci sono i profughi, per il resto non fanno niente di male, la mattina pregano, poi stanno li dentro senza dare fastidio”.

Se l’assessore del Municipio Centro Est Maria Carla Italia, che vive in via Caffaro, garantisce che “molti residenti non si sono neppure accorti della presenza dei profughi”, alcuni tra gli abitanti dei palazzi circostanti qualche disagio dicono di subirlo: “Abito di fronte al civico 10 – racconta Lorenzo – e questa notte ho provato senza esito a chiamare la municipale e la polizia perché gli stranieri dopo il ramadan intorno a mezzanotte erano tutti sul terrazzo e c’era un gran baccano”. Chiamate però che non hanno avuto esito: “Municipale e polizia si sono rimbalzati la competenza e alla fine i vigili mi hanno consigliato di presentare un esposto in Questura”. A parte il baccano nessun problema, però? “No, se non fosse che avendo le finestre proprio di fronte – spiega – ci si sente continuamente osservati e, soprattutto le donne, sono oggetto di sguardi insistenti e commenti”.

“Nessuno di noi – spiega l’assessore comunale ai servizi sociali Emanuela Fracassi – pensa che i grossi insediamenti siano una buona soluzione e stiamo tutti lavorando per ripristinare il sistema dell’accoglienza diffusa, ma la politica nazionale ha deciso che non possa essere solo la Sicilia ad accollarsi questa situazione di emergenza e quindi dobbiamo far fronte a una ondata di arrivi abbastanza importante, che in Liguria si traduce comunque in numeri esigui perché stiamo parlando di massimo 3 mila persone a livello regionale”.

L’attuale emergenza-sbarchi sembra destinata a durare almeno quanto l’estate: “Non appena gli sbarchi subiranno un rallentamento i grossi insediamenti spariranno” assicura l’assessore. Nel frattempo per provare a rassicurare i residenti la Prefettura e il Comune di Genova (che in questo caso fa un po’ da intermediario, perché si tratta appunto di un progetto gestito in toto dalla Prefettura che ha dato alla Croce rossa la gestione del centro) hanno coinvolto la Questura, che ha allestito un presidio mobile (cioè un passaggio di volanti soprattutto di notte) e sono pronte a organizzare una commissione municipale per ascoltare i timori dei residenti. Il municipio centro est sarebbe pronto anche ad attivare dei progetti di volontariato sociale per consentire una maggiore integrazione tra i migranti e i residenti.

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