Genova. Il consigliere regionale Matteo Rosso auspica un maggiore sviluppo dei servizi territoriali e richiede un maggiore coinvolgimento dei medici di famiglia, che soprattutto a Genova non avrebbero ancora attuato quella svolta nel garantire una presenza e una copertura maggiore nei confronti dei propri assistiti, con veri e propri ambulatori accessibili almeno 12 ore al giorno. Esperimento portato avanti con discreto successo già nel savonese.
In realtà una soluzione i medici di famiglia genovesi l’hanno già messa in campo: ed è una soluzione originale anche se in buona parte riprende il modello savonese.
Dal dicembre 2014 è stata infatti avviata una sperimentazione di Ambulatorio di continuità assistenziale e di primo soccorso, cioè Sanfruttuososalute, un ambulatorio di un gruppo di medici di famiglia genovesi tutti soci della cooperativa Medicoop Genova, che è stato messo a disposizione per l’apertura al sabato e alla domenica dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Sei mesi dopo l’apertura del primo centro a San Fruttuoso, in via Revelli Beaumont 29, da circa un mese a Genova funzionano altri tre ambulatori che coprono altrettante aree della città: uno a Sampierdarena per il ponente, uno in Valpolcevera, a Bolzaneto, e uno in corso Europa per il levante.
I quattro ambulatori sono rivolti a tutti i cittadini che hanno problemi di salute non gravi classificati come codici bianchi e verdi. Nella classificazione burocratica il Codice Bianco significa nessuna urgenza, il paziente non necessita del Pronto Soccorso e può rivolgersi al proprio medico. Il Codice Verde indica una urgenza minore.
“L’originalità della soluzione genovese sta nel fatto che con i medici di famiglia della cooperativa Medicoop Genova collabora un gruppo di giovani medici opportunamente addestrati e un gruppo di giovani infermieri; il progetto inoltre è autofinanziato grazie all’apporto del Consorzio Liguria Salute, di cui la cooperativa fa parte e che gestisce tutti e quattro gli ambulatori – spiega Pierclaudio Brasesco, presidente di Medicoop Genova – manca solo la collaborazione con ASL e Regione per consentire l’utilizzo del ricettario rosso (quello della mutua) ed evitare il pagamento del ticket a chi è esente”.