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“Sicuri di noi… Sicuri degli altri…”. Immigrazione, Uil: “Lavorare per l’integrazione”

Immigrato

Si è tenuta a Genova una tavola rotonda dedicata all’integrazione dei cittadini stranieri in Italia organizzata dalla Uil di Genova e della Liguria con il supporto del Centro Studi Liguria. Erano presenti alla tavola rotonda: Silvano Ferrari, scrittore e saggista – Simohamed Kaabour, associazione Nuovi Profili – Mons. Marino Poggi, direttore Caritas Diocesana Genova – Massimo Bramante, Centro Studi Liguria, Roberta Cavicchioli del Centro Studi Liguria, Pier Angelo Massa, segretario generale Uil Genova e Liguria, Lella Trotta, segretario confederale Uil Genova e Liguria.

“La Uil si occupa da tempo di immigrazione non solo intervenendo nel dibattito teorico ma anche adoperandosi per l’integrazione, la convivenza e il lavoro; negli anni, attraverso un impegno costante, siamo diventati un presidio nella tutela dei cittadini, italiani e stranieri indifferentemente – dichiara Pier Angelo Massa, segretario generale Uil Genova e Liguria – Con le altre associazioni attive nel settore, la Uil ha portato avanti una battaglia per l’integrazione”.

Il fenomeno dell’immigrazione è oggetto di attenzione da parte di un segmento dell’opinione pubblica che, suo malgrado, percepisce la presenza straniera come una minaccia sia dal punto di vista della sicurezza, sia in termini di alterazione del mercato del lavoro locale che di abbassamento dello standard dei diritti di cittadinanza. “Da tempo sentiamo parlare di scontro di civiltà – spiega Roberta Cavicchioli del Centro Studi Liguria – Oggi, il termine si traduce in un moltiplicarsi dei conflitti di cui spesso fatichiamo a comprendere le ragioni. Il riflesso nelle nostre vite è l’inasprirsi dei rapporti in cui la paura dell’altro è sempre più forte e assume mille anime ed etichette: i Rom, i musulmani, i cinesi. Etichette che, proprio per la loro vaghezza e banalità, producono una spaccatura insanabile nel corpo sociale”.

Sono 139.958 gli stranieri presenti oggi in Liguria, 73.525 solo nella provincia di Genova. Dati che non comprendono chi ha ottenuto la cittadinanza italiana con il matrimonio o per aver fatto richiesta dopo dieci anni di residenza o al compimento della maggiore età. Il conto abbraccia invece tutti i minorenni figli di stranieri anche se nati e cresciuti qui. Ed è una comunità che ha la sua rilevanza. Senza stranieri, la popolazione ligure tra il censimento del 2001 e quello del 2011 sarebbe diminuita di 75.000 unità. Tra gli italiani rientrano anche i figli di coppie in cui uno dei coniugi è straniero, e per questa tipologia la Liguria è in cima alla classifica nazionale con il 13,2% di matrimoni misti.

Lo scorso anno, il numero complessivo dei profughi sbarcati sulle coste italiane è stato di 170.100 persone ma poco più di un terzo aveva poi chiesto asilo politico. Degli altri 110.000 si sono perse le tracce, si tratta infatti di uomini e donne in fuga verso nord.

Si tratta, intanto, di capire chi siano gli immigrati – rifugiati, clandestini, soggetti già integrati nelle nostre comunità. Un dibattito pubblico distorto induce a sovrastimare l’incidenza dei cittadini stranieri sul complesso della popolazione. “Ricordiamoci che gli stranieri nel 2014 hanno prodotto 8,8% di pil. Noi siamo convinti che tutti i soggetti portatori di una vocazione democratica, non ultimo il Sindacato, debbano individuare e percorrere tutte le opzioni atte a favorire una convivenza civili, e riprendere a interrogarsi sulle condizioni di possibilità e sui limiti di un disegno inclusivo e universalista che sembrerebbe irrealizzabile – conclude Lella Trotta, segretario confederale Uil Liguria – La paura ci confonde e ci impedisce di capire che i diritti sono o inclusivi o non sono”.

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