Genova. Ancora in piazza Alimonda, dopo 14 anni, per ricordare Carlo Giuliani, ucciso da un carabiniere durante le tragiche giornate del G8 di Genova, ma anche per testimoniare che ingiustizia e repressione continuano a far parte della storia di questo Paese: “Questa è la piazza di tutte le persone che pensano che i fatti di Genova siano stati l’inizio di una lunga storia di repressione e una lunga storia di perdita di diritti” dice la mamma di Carlo Heidi Giuliani.
“La storia della Grecia ce lo dimostra e temiamo che non sia finita lì, ma le storie di repressione ci sono a grandi e piccoli livelli”.
“Non posso pensare che chi ha ucciso mio figlio non abbia avuto un processo e nemmeno un nome, e ci sono persone che semplicemente per essere state riprese vicino a un cellulare che brucia stanno scontano 10 anni di carcere. Questa non è giustizia”.
La piazza è piena alle 17.27 e il papà di Carlo invita a un minuto di silenzio nel momento in cui il tonfo di uno sparo uccise suo figlio. Dopo poco qualcuno intona “Carlo è vivo e lotta insieme a noi” e la folla ripete in coro intonando subito dopo le note di Bella Ciao con il pugno alzato. In piazza ancora una volta gli amici di Carlo e una rappresentanza di chi da tutta Italia arrivò a Genova in quel luglio di 14 anni fa.
“Bisogna fare memoria perché il ricordo dei fatti e le interpretazioni a partire dai dai reali aiuta a creare verità” dice Giuliano Giuliani. “In questo caso 14 anni non sono bastati ma noi andremo avanti finché avremo un briciolo di vita per chiedere verità”