Maggioranza tesa

Tursi, maggioranza verso il centro. Doria ai suoi: “O martedì ci sono i numeri o andiamo a casa”

Ventun consiglieri più il sindaco, consiglieri 'blindati' e ipotesi di un allargamento. Martedì il primo verdetto

marco doria giorgio guerello

Genova. Il sindaco di Genova Marco Doria, nella difficile riunione di maggioranza dopo che per la seconda volta il consiglio comunale non ha avuto il numero legale per votare la delibera sul personale delle società partecipate, ha blindato la sua maggioranza, sostituendo nei fatti i consiglieri Antonio Bruno della Fds (che in maggioranza non c’è più da tempo) e Gian Pastorino di Sel (che ufficialmente non è ancora uscito ma non ha preso parte alla riunione) con i consiglieri del gruppo misto Franco De Benedictis e Salvatore Mazzei.

Ventuno più il sindaco, i numeri restano strettissimi: e martedì saranno vietate malattie, problemi di lavoro e qualsiasi altro inconveniente che possa far mancare i numeri. L’alternativa è una sola: le dimissioni. Il sindaco lo ha detto chiaramente: se non passerà la delibera sulle partecipate dovrà dimettersi con la conseguenza che il Comune di Genova sarà commissariato perché non ha ancora approvato il Bilancio.

I consiglieri hanno detto sì e promesso di esserci senza sgarrare. Nel frattempo il sindaco si è impegnato soprattutto con il partito democratico che ha insistito su questo punto a un allargamento della maggioranza: “La consapevolezza delle difficoltà di governare una realtà complessa come quella di Genova e della sua amministrazione con una maggioranza non ampia, si accompagna alla ferma intenzione di un confronto con altri consiglieri e forze politiche presenti in Consiglio per ampliarla in una assoluta trasparenza di rapporti e di condivisione degli obiettivi individuati” questa l’unica dichiarazione ufficiale del numero uno di Tursi in proposito.

“Una condivisione di obbiettivi” per provare anche nelle difficoltà dei numeri a vedere se un governo di centro sinistra ha ancora senso in questa città e quali contenuti può offrire. Doria non vuole mollare – questo è emerso dalla riunione di maggioranza di oggi – il governo della città, soprattutto in questo contesto politico nazionale perché sa benissimo che se si andasse al voto ora non sarebbe il centro sinistra a vincere.

Per questo, oggi, al contrario di quanto accaduto in passato, nemmeno il Pd ha calcato troppo la mano chiedendo sì un allargamento al centro (una parte del gruppo) o una riconferma della maggioranza uscita dalle urne (l’altra parte) con esplicito riferimento agli ex Idv, Anzalone compreso ma senza epliciti aut aut.

Tutto dipenderà da cosa verrà chiesto in cambio dalle new entry. Se il capogruppo del Pd Simone Farello, con un critica nemmeno troppo velata agli assessori che più hanno mostrato difficoltà nei rapporti con il consiglio, vorrebbe un paio di cambi in giunta dando all’ex assessore allo sport della giunta Vincenzi la poltrona che da tempo chiede per rientrare in maggioranza, la lista Doria contesta i metodi da “vecchia politica” dove le poltrone vengono distribuite per garantire il quieto vivere. Ma senza una maggioranza solida solida per governare , ogni questione di principio rischia ormai di essere vana.

Un passo alla volta quindi, a partire da martedì, dove la protesta dei lavoratori delle partecipate, che oggi dagli spalti urlavano “a casa, a casa” dopo l’ennesimo stop, e una navigazione a vista per vedere dove arriverà la giunta arancione. Ma, come ha ribadito oggi il capogruppo del Pd Simone Farello, la giunta e la maggioranza di Tursi, oltre a ‘resistere’ come baluardo contro la destra, devono anche capire che cosa vuole per il futuro della città.

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