Il caso

Il cantiere infinito di salita Santa Caterina: cittadini e commercianti sul piede di guerra

"La strada è patrimonio mondiale dell'Unesco, situazione inaccettabile"

Genova. Nel pieno centro di Genova, anzi, nel salotto buono che gravita attorno a Galleria Mazzini, via Roma e via XXV Aprile, c’è una strada ormai da più di un anno ostaggio di un cantiere: lavori sulla rete gas che avrebbero dovuto durare alcuni mesi e dei quali, invece, ancora oggi non si conosce la fine. Stiamo parlando di salita Santa Caterina, strada che è patrimonio mondiale dell’Unesco e dove residenti e commercianti sono ormai esasperati e sul piede di guerra.

A riassumere le tappe della vicenda è Salvatore Pisano, presidente del Civ Sestiere Carlo Felice: “I lavori sono iniziati tra maggio e giugno dello scorso anno e, in base a quanto ci era stato comunicato inizialmente dal Comune, avrebbero dovuto concludersi nell’arco di sette-otto mesi. Per velocizzare i tempi, infatti, l’impresa assegnataria si era impegnata ad assumere più operai, a lavorare anche al sabato e ad allungare di un paio di ore il turno giornaliero. Invece, già durante la scorsa estate ci siamo accorti che qualcosa non andava e i lavori procedevano a rilento”.

Di qui la richiesta da parte dei commercianti di un ulteriore incontro con Comune, Iren, Mediterannea delle Acque ed impresa, che si è tenuto nella seconda metà di settembre 2014. “In quella sede – ricorda Pisano – il Civ è tornato a chiedere un’accelerazione nei lavori e ci è stato garantito che questi si sarebbero conclusi entro febbraio 2015. Adesso, però, siamo già a giugno inoltrato e della chiusura del cantiere ancora non si vede l’ombra. Tutto questo nonostante un mese fa si sia svolto un ulteriore incontro, dopo il quale però non abbiamo più avuto alcun riscontro. Ci sono giorni in cui salita Santa Caterina è pressoché impercorribile, e stiamo parlando di una delle più belle strade di Genova, battuta ogni giorno da centinaia di turisti ai quali non offriamo certo un bello spettacolo. Senza contare il disagio degli esercenti”.

“A tutto questo – conclude Pisano – si aggiunge la frustrazione nel constatare come il Civ, che dovrebbe fungere da elemento di raccordo tra gli esercenti e la pubblica amministrazione, non sia stato tenuto minimamente in considerazione da parte del Comune, che continua a far venire meno quel dialogo che invece non dovrebbe mai mancare. Una situazione che ormai dura da troppo tempo, e che non può più essere accettata”.

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