Genova. L’ultima novità, in via Gherzi, risale al 4 agosto del 2014: quel giorno vennero improvvisamente chiusi i 120 parcheggi della strada, recintati per essere rivenduti ai privati. Da allora, ed è trascorso quasi un anno, nulla, se non una serie di tentativi al momento vani di far ritornare il Comune sui suoi passi.
Nel mezzo una situazione economica complicata che, denuncia Confesercenti Liguria, ha portato al trasferimento di un esercizio commerciale ed al pericolo che altre 10 abbassino la saracinesca nei prossimi mesi. Per tutti gli altri, complessivamente sono 60 gli esercizi interessati dal problema parcheggio, si registra un calo del giro di affari tra il 30 e il 40%.
“Stiamo parlando di un’area sulla quale insistono numerose attività economiche, nonché un ufficio postale e una farmacia. Per questo motivo – spiega Dario Pedemonte, commerciante e portavoce del comitato nato proprio a difesa di via Gherzi – quel contesto non può che essere considerato pubblico, e come tale va mantenuto. Se non si vuole uccidere un quartiere, cittadini ed esercenti vanno ascoltati”.
Dallo scorso autunno il comitato ha organizzato picchetti in Municipio e in Comune, raccolto centinaia di firme, rivolto appelli agli amministratori, formulato interrogazioni, richiesto perizie, ottenuto audizioni in Municipio e a Palazzo Tursi. Una battaglia che lo scorso 27 gennaio, ha portato il consiglio comunale a votare all’unanimità un ordine del giorno in cui si richiede ai tecnici del Comune di concludere al più presto il riesame dell’istruttoria che ha portato alla chiusura dei parcheggi.
“Nonostante il provvedimento votato dal consiglio abbia impegnato la giunta ad attivarsi – spiega Paolo Barbieri, funzionario di Confesercenti Genova – ad oggi non è ancora stata completata la nuova istruttoria che necessariamente, considerata la documentazione da noi prodotta, dovrà portare alla riapertura dei parcheggi. Solo così si potrà riparare, almeno in parte, agli effetti devastanti prodotti dalla privatizzazione degli stalli. Per questo chiediamo ancora una volta, e a gran voce, che il Comune riveda l’assurdo procedimento che ha finito con il privilegiare la speculazione di un privato all’interesse di una collettività”.
“In caso contrario – prosegue Barbieri – residenti e commercianti, e accanto a loro Confesercenti, sono pronti a scendere in strada il prossimo 30 giugno per un corteo che da Molassana muova verso Palazzo Tursi per chiedere finalmente giustizia. E se anche questo non dovesse bastare, sporgeremo ricorso in tutte le sedi e formuleremo esposti presso le diverse autorità giudiziarie, compresa la Corte dei conti, per denunciare l’omessa riscossione dei tributi dovuti da parte della proprietà: perché se si continuasse a considerare via Gherzi una strada privata, allora ci aspettiamo che chi ne vanta la proprietà paghi anche le varie Ici, Imu e Tasi, o quantomeno, nel caso in cui la via fosse invece riconosciuta come pubblica, versi il canone di occupazione suolo per le impalcature che nel frattempo ha montato”.