Genova. Nelle prime due assemblee unitarie che si sono svolte stamattina e oggi pomeriggio tra i lavoratori di Ansaldo Energia (quella per i lavoratori dell’ultimo turno si terrà alle 23 di stasera) sono state la rabbia e la frustrazione a prevalere, dopo il testo inviato dall’azienda ai sindacati in cui è scritto che il premio di produttività verrà ridotto di 1000 euro per le neo mamme che allattano e di 500 che chi usufruisce di un permesso in base alla legge 104 per prendersi cura di un famigliare disabile.
E la richiesta, rivolta in particolare a Fim e Uilm che fino ad oggi non hanno tenuto una posizione netta come quella della Fiom rispetto all’ipotesi di accordo, è stata chiara: “Tutelate i nostri diritti – hanno detto i lavoratori – perché le mamme che allattano o il lavoratore che ha un figlio disabile non è un assenteista”.
Domani e venerdì in fabbrica si terrà un referendum che sancirà la decisione dei lavoratori se accettare o meno queste condizioni che per la Fiom sono irricevibili: “Voglio chiedere ai cattolici e ai politici – dice il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – se la tutela dei diritti, soprattutto quelli della famiglia sono un problema solo della Fiom oppure no. Ricordiamo inoltre che noi già eravamo disposti ad accettare una riduzione del premio di produzione da 3800 e 2600 euro, ma queste richieste sono inaccettabili. Fra l’altro ricordiamo che l’azienda anticipa solo questi costi che poi vengono pagati dall’Inps”.
Diritti conquistati dai lavoratori, oggi troppo spesso considerati privilegi. Sta cambiando il clima nel mondo del lavoro? “Evidentemente sì – dice Manganaro – e accettare queste condizioni oggi significa accettare che domani venga tolto qualcos’altro”. La parola passa ora ai lavoratori.