Storie blucerchiate

“Album dei ricordi blucerchiati”: Luca Vialli, il bomber

Vialli insieme al gemello Mancini forma la più forte coppia d’attacco della storia della Sampdoria

Luca Vialli

Genova.  Con Luca Vialli, la pellicola va riavvolta dalla fine, quando l’arbitro tedesco
Aron Schmidthuber emette il triplice fischio di chiusura della finale della Coppa dei Campioni, persa ingiustamente col Barcellona… il tourbillon di sensazioni che ci avvolge, mentre sfolliamo da Wembley, spesso, ritorna in superficie… amarezza e delusione per la sconfitta, ma anche tanta contrarietà per l’influenza di quel risultato sul futuro della Samp…

Sulla “underground”, che dallo stadio ci porta all’auto, lasciata fuori Londra – in direzione Dover – per raggiungere il prima possibile l’hovercraft, un tifoso inglese, nel chiederci la sciarpa da aggiungere alla sua collezione, ci inorgoglisce, raccontandoci che la squadra di amatori, con cui gioca, ha adottato i colori blucerchiati e che lui indossa il n° 9 di Gianluca Vialli, il suo player preferito…

Non abbiamo il coraggio di dirgli quello che ci frulla in testa… la quasi certezza, cioè, di aver visto Vialli, con la maglia del Doria per l’ultima volta… i quotidiani sportivi della vigilia, invece della dovuta attenzione alla Samp, che rappresenta l’Italia nella partita internazionale più importante dell’anno, hanno riempito le prime pagine con “titoloni” di mercato, che danno praticamente per fatto il passaggio del bomber alla Juventus… ma finché la palla rotolava sul prato di Wembley, c’era l’illusione che una tale vittoria avrebbe indotto ancora una volta il “Pelide Achille” (quale miglior connubio per Vialli, se non l’eroe di Omero ?) a “dire di no” alle lusinghe torinesi…

Del resto l’ha già fatto, in diretta tv, quattro anni prima, dopo la vittoria di Coppa Italia col Torino (ironia del destino goal di Salsano al 112° dei supplementari… come Koeman), quando tutti già lo vedevano con la maglia rossonera del Milan… mentre lui, festante in campo, smentisce il solito cronista, ansioso di conoscere il suo futuro: “Ho già firmato” ‘Per chi?’ “Per noi”.

Non sarà così a Wembley… il film blucerchiato di Vialli finisce a Londra… l’epopea del Doria anche… i sogni, cullati dopo la vittoria, sul neutro di Sofia, contro l’allora terribile Stella Rossa di Belgrado, svaniscono in quella notte inglese… non resta che dare esempio di sportività, scambiare gagliardetti con i festanti catalani ed assieme intraprendere la via del ritorno, almeno fino alle bianche scogliere di Dover… dopo una notte magica, ma sfortunata.

Ma, se si vuole assaporare la storia della più bella Samp di tutti i tempi, forgiata da Paolo Mantovani attorno a quattro “top player” (Luca appunto, più Pagliuca, Vierchowod e Mancini), bisogna davvero riavvolgere la pellicola, a ritroso da quel giorno… salvo i titoli di coda della Coppa Italia del ’94, il ciclo Samp vede in bacheca uno scudetto, una Coppa delle Coppe (nel ‘90 a Goteborg), quattro Coppe Italia e una Supercoppa italiana (nel ‘91), oltre alle finali (perse) ancora in Coppa delle Coppe (nell‘89, a Berna, sempre col Barcellona), due volte in Coppa Italia (nell’86 e ’91, entrambe con la Roma) e una di Supercoppa europea (nel’90, col Milan).

La vera favola inizia col ritorno in Serie A e l’acquisto del primo quadro della pinacoteca del “presidentissimo”, il ragazzino di Jesi, Roberto Mancini e prende consistenza due anni dopo, quando da Cremona un altro grande presidente, Domenico Luzzara, “baratta” (non certo alla pari) con Paolo Mantovani la miglior “tela” cremonese (Vialli), con un “dipinto marziano” (Alviero Chiorri), la cui valutazione sui “mercati” genovesi non ha raggiunto i valori auspicati in partenza… nasce così la leggenda dei “gemelli goal”, la più forte coppia d’attacco della storia della Sampdoria… di cui è impossibile scrivere cose che già non si siano lette… e allora omaggiamo l’attuale opinionista di Sky, con una nostra personale classifica dei suoi cinque goal più belli in maglia blucerchiata… sono tutti in trasferta… un caso ? Oppure una testimonianza della personalità di un “cavaliere senza paura” ?

Bari-Sampdoria ’91-92 (1-1): goal di testa, in tuffo a colpire rasoterra, un pallone carambolato sui due pali, dopo un violento tiro di Vierchowod da fuori area.

Napoli-Sampdoria ’90-91 (1-4): una doppietta da incorniciare (l’altra del “Mancio”) a firmare una spettacolare vittoria al San Paolo.

Empoli-Sampdoria ‘87-88 (2-2): un goal da “figurine Panini”: rovesciata “in bicicletta” al volo su cross pennellato da Mancini.

Anderlecht-Sampdoria ’89-90 (0-2): ancora due reti, la prima a sradicare la palla dalle mani del portiere De Wilde, dopo un tiro di Salsano finito sul palo e l’altra di testa su palla “al bacio”, dalla destra, di Mancini.

Inter-Sampdoria ’90-91 (0-2): il goal “scudetto”, a suggello del match già indirizzato da Beppe Dossena; su lungo lancio di Moreno Mannini, aggancia al limite dell’area nerazzurra, costringe Riccardo Ferri a mettere il sedere a terra, dribbla Walter Zenga e deposita nella porta incustodita… in gradinata, i tifosi blucerchiati piangono di gioia…

 

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