Genova. Alle 8 di questa mattina è cominciata la rimozione della montagna di terra proveniente dal cantiere di copertura del Bisagno che giace da settimane nella parte bassa di via Brigate Partigiane suscitando le ire di residenti e municipio. Sì perché 3 mila metri cubi di terra in zona rossa alluvionale rappresentano un pericolo concreto in caso di forti piogge. Da oggi la terra sarà portata verso la discarica di Alessandria.
Iniziamente, nell’ambito del contratto con l’azienda che ha vinto i lavori per il secondo lotto di copertura, che sono stati inaugurati ad aprile dal premier Matteo Renzi, quella terra doveva essere portata nella discarica di Scarpino. Nel frattempo la discarica genovese è stata chiusa e dal Comune erano arrivate sollecitazioni sul fatto che essendo terra agricola avrebbe meritato un utilizzo migliore che quello di essere un rifiuto ed essere utilizzata per esempio nella manutenzione di parchi e giardini.
Ma le cose non sono mai semplici e tra lungaggini burocratiche, richieste di analizzare i componenti del terriccio (che probabilmente visto il contesto urbano in cui era collocata, è ricca di metalli pesanti e non è adatta per gli orti ma solo per giardini appunto) e le proteste dei cittadini preoccupati, la ditta ha precauzionalmente deciso di adempiere al contratto. Anche perché se mai accadesse qualcosa la responsabilità sarebbe la sua.
Il lavoro è cominciato questa mattina con i primi tre camion. Ci vorrà almeno una settimana, fanno sapere da Tursi e qualcuno spera anche che l’idea del consigliera metropolitano Enrico Pignone di invitare i sindaci della provincia a prendere un po’ di questa terra possa almeno parzialmente essere realizzata. Ma considerata la fretta che tutti ora improvvisamente hanno per liberarsi della ‘montagna’, è probabile che finirà tutto nel compost della discarica di Alessandria.