Genova. In Liguria la percentuale dei pensionati bloccati dalla riforma Fornero è pari al 46%, la percentuale più alta d’Italia sia in termini assoluti sia rispetto alla media nazionale che è del 31,3%. La ragione è semplice: “Nella nostra Regione – spiega Mina Grassi dello Spi Cgil – abbiamo avuto negli anni passati una forte presenza di industria, in particolare industria pubblica con alte professionalità e, sopratutto, in Liguria abbiamo tante pensioni di anzianità che notoriamente sono più ricche di quelle di vecchiaia.
In Liguria sono 79.675 le persone che hanno una pensione lorda superiore a 1500 euro e che si sono visti bloccare la rivalutazione dalla riforma Fornero su un totale di 392.616: “Si tratta soprattutto di uomini – dice Grassi – perché d’altra parte la Liguria ha anche un primato negativo perché la maggior parte delle pensioni di vecchiaia o di reversibilità, che sono più basse, vengono corrisposte alle donne”.
“Chiediamo al governo che, intanto,mai apra una trattativa dove, per una volta, il sindacato possa discutere sulle questioni pensionistiche – spiega Ezio Avanzino Segretario Uilp Liguria – noi andiamo avanti riforma per riforma, dopo la Fornero se ne prepara un’altra ma, nonostante questo, l’Inps continua ad avere un debito di 100 miliardi di euro annuali, ad accumulo continuativo. Ogni 3 anni mangia totalmente il patrimonio e quindi bisogna fare nuove riforme. Noi vogliamo discutere anche di queste cose insieme a quanto deciso dalla corte costituzionale”.
E proprio sulla governance dell’Inps i sindacati propongono chiedono risposte chiare al Governo. “L’Inps oggi si occupa di tutta una serie di cose che non c’entrano con le pensioni e che dovrebbero essere demandate alla fiscalità generale. Un esempio, e ‘ quello delle indennità di accompagnamento, che è una cosa sacrosanta ma deve essere a carico della fiscalità generale. A Renzi chiediamo chiarezza, l’Inps si occupi di pensioni e sia la fiscalità generale a erogare i contributi per l’assistenza”.