La denuncia

Il Teatro della Gioventù è al collasso: “Ministero e Regione ci stanno affossando, ora presentiamo il conto”

"Dal ministero un buco di 1 milione di euro e dalla Regione un danno per mancati incassi di 700 mila euro"

Genova. Parte la campagna di sensibilizzazione per salvare il Teatro della Gioventù e la cultura in generale. “Un’iniziativa che vuole essere a favore di tutti i teatri – esordisce Massimo Chiesa, direttore artistico – In particolare la nostra situazione è drammatica perché il ministero per i Beni Culturali ci ha praticamente azzerato le ultime 3 sovvenzioni, creando un buco di 1 milione di euro. Poi c’è stata l’alluvione e la Regione Liguria, proprietaria del teatro, grazie all’imperizia dei suoi dirigenti, ci ha messo in ginocchio, con la complicità dei politici che non hanno trovato il modo di aiutare non tanto noi, ma i genovesi e i liguri che vengono in questo teatro”.

Una denuncia forte. “Dal punto di vista politico la Regione non ha fatto nulla, mentre per quanto riguarda i dirigenti, hanno cominciato a creare cavilli su cavilli, ma la cosa più grave è che sono passati quasi 230 giorni dall’alluvione e lo spazio sotto è rimasto esattamente nelle condizioni in cui era, inventandosi dei lavori terrificanti da fare nelle fondamenta”, prosegue.

In pratica la Regione, non facendo i lavori post alluvione, ha fatto perdere al teatro molti soldi di incasso. “Ho chiesto all’assessore Rossetti quali fossero questi lavori così costosi, visto che si parlava di 460 mila euro, ma non ho ricevuto risposta e credo che questo sia molto grave”, spiega ancora il direttore.

Dopo l’alluvione il Teatro della Gioventù ha raccolto quasi 100 mila euro grazie alla generosità degli spettatori e non solo. “Questo ci ha consentito di andare avanti fino ad oggi, ma ora non è più possibile continuare e stare zitti, quindi presentiamo i conti del danno alla Regione, cioè circa 700 mila euro di mancati incassi ed altro”, precisa.

Poi un solo appello ai candidati alle ormai imminenti elezioni regionali. “Occorre capire che ‘cultura’ non è una parolaccia è che può essere un motore fortissimo per il nostro Paese – conclude Chiesa – Non solo dà lavoro a tante persone, ma più che altro serve per la nostra mente, per far star bene i cittadini e quindi chi fa politica ha il dovere di pensare ai cittadini”.

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