Politica

Dallo scolmatore ai trasporti, Paita firma il Patto per la sicurezza e lo sviluppo della Val Bisagno

bisagno piena

Val Bisagno. Il “Patto per la sicurezza e lo sviluppo della Val Bisagno” è stato sottoscritto questa mattina da Raffaella Paita, candidata per il centrosinistra alla Presidenza della regione Liguria, in Val Bisagno presso i locali dell’associazione PA GAU di piazza Suppini.

“Oggi decidiamo di sottoscrivere un impegno pubblico per la sicurezza e lo sviluppo della Valle che si concentri su 4 temi: la messa in sicurezza del Bisagno; l’infrastruttura di trasporto pubblico; sviluppo economico e aree; servizi socio-sanitari”, si legge nell’introduzione del patto.

Per quanto riguarda lo scolmatore, “L’opera è fondamentale per la definitiva messa in sicurezza del Bisagno, dal momento che scongiurerà in maniera definitiva il rischio di alluvione. Si tratta di un’opera del costo di circa 150 milioni di euro, previsti nell’ambito del programma Italia Sicura. Si ipotizza che il progetto possa essere completato entro la fine dell’anno e che nel 2016 possa essere approvato ed appaltato, per cui l’opera potrebbe entrare in funzione fra la fine del 2019 e la prima metà del 2020”, dice Paita.

Da molti anni si discute di un servizio di trasporto pubblico in sede propria da realizzare nel fondovalle del Bisagno, fra la stazione Brignole e Prato, ma per diverse ragioni non esiste ancora un progetto pienamente consolidato. “Il cambio di scenario sul versante della sicurezza idraulica (da pre a post scolmatore) può permettere finalmente di aprire un nuovo scenario per la viabilità. La neo-costituita Agenzia regionale del TPL potrà quindi affrontare il problema della scelta della tecnologia del servizio (tram, filobus, bus) partendo da un quadro territoriale più stabile. Si potrà quindi cominciare a effettuare una valutazione comparativa compiuta concentrando l’attenzione sui temi interrelati della riorganizzazione del servizio locale, degli investimenti e della gestione”, spiega la candidata.

Paita si concentra poi sul fatto che la valle deve tornare a crescere. “Le proposte di investimenti per il commercio devono essere integrate con altre iniziative che contribuiscano alla vitalità economica della vallata. Si tratta di promuovere, da un lato, aree produttive di eccellenza e, dall’altro, di utilizzare lo strumento dei patti d’area per difendere realtà commerciali esistenti e favorire l’insediamento sul territorio di nuove imprese
Le aree interne per la prima volta sono diventate un obiettivo strategico di carattere nazionale, che prevede un incremento qualitativo e quantitativo dei servizi e dei progetti di sviluppo locale. E’ un segnale importante e innovativo. Dobbiamo dare continuità e sostegno al progetto Aree interne inerente i Comuni dell’Alta Val Bisagno, della Val Trebbia e della Val D’Aveto. Per il progetto Aree interne riguardante i comuni citati e facenti parte della prima area prototipo sono state stanziate  risorse nazionali con la legge di stabilità ed europee nell’ambito dei fondi comunitari 2014-2020”.

Infine i servizi socio-sanitari. “Occorre lavorare per consolidare il Distretto socio sanitario della Val Bisagno Val Trebbia, sviluppando i servizi per diminuire le liste di attesa, valorizzare il ruolo dei medici di base, promuovere azioni per una reale integrazione socio-sanitaria, rendere operativa l’automedicale ”118” nella fascia oraria notturna, dotarlo di un mezzo attrezzato per un servizio di prelievi e piccole prestazioni sanitarie nei territori dei Comuni della Val Trebbia. Verificare la fattibilità della realizzazione di una Comunità Familiare attraverso l’istituzione di 15/20 posti letto come struttura distrettuale legata alla rete sanitaria e socio-sanitaria, con la quale strutturare la continuità assistenziale ospedale-territorio, la piena responsabilizzazione dei medici di base, il coinvolgimento della guardia medica. Infine creare un progetto sperimentale per la presa in carico globale di persone con patologie e/o fragilità fisiche (Chronic Care Model)”, conclude.

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