Genova. “Chiediamo legalità, dignità e diritti per tutti, a cominciare dai lavoratori, non siamo contro gli immigrati ma contro l’incapacità della politica”. Antonella Davite, presidente del Civ Sarzano Sant’Agostino riassume così la protesta a cui un centinaio di commercianti e residenti del centro storico hanno dato vita questo pomeriggio ritrovandosi in corso Quadro, nel parcheggio dove il Comune di Genova sembra intenzionato a trasferire il mercatino di via Turati.
Una protesta, sostenuta dall’associazione dei consumatori di Assoutenti, a cui ha partecipato anche il consigliere della Lega Nord Edoardo Rixi. I cittadini hanno raccolto le firme per presentare un esposto in procura contro il trasferimento e si preparano a una protesta clamorosa che sarà organizzata per martedì 26 maggio, uno “sbarazzo” di protesta per la riqualificazione del centro storico.
Oltre a denunciare l’illegittimità della scelta di Tursi i commercianti hanno anche evidenziato come quell’area sotto le storiche mura della marina sia un’area inadatta anche da un punto di vista igienico: ““Crediamo che il lavoro debba portare dignità alle persone, a noi che lavoriamo qui e da vent’anni chiediamo dei parcheggia a rotazione e anche per coloro che sono stati messi sotto un muro storico che dal 1980 deve essere messo a posto e che è oggi, come potete vedere una fogna a cielo aperto” dice mostrando l’acqua(?) che scende dal muro e che ha creato uno strato muschioso sull’asfalto”.
“Non siamo razzisti – ribadisce Davite – io l’integrazione la faccio da vent’anni, ma l’integrazione non deve essere fatta sulle spalle degli altri”. Dopo circa un’ora e mezza, con qualche blocco stradale gestito con l’ausilio della Digos, la manifestazione si è conclusa senza incidenti. Sembra evidente però, nonostante i toni della manifestazione di oggi, siano stati tutto sommato contenuti con un unico appella alla “legalità” e alla “dignità del lavoro”, come l’incapacità decisionale della politica rischi a lungo andare di esasperare gli animi spingendo i cittadini e commercianti, in oggettiva difficoltà, a scaricare rabbia e frustrazione verso chi sta peggio di loro.