Dopo la delibera

Amiu verso la privatizzazione, i lavoratori: “Prima mettere in sicurezza azienda, le soluzioni alternative ci sono”

C'è attesa per i tavoli che devono essere convocati in Regione: "Vogliamo risposte chiare da azienda ed enti"

corteo lavoratori amiu 20 aprile 2015

Genova. Sono delusi e un po’ frastornati i lavoratori di Amiu dopo che il consiglio comunale nella seduta di martedì ha approvato la delibera di riorganizzazione delle società partecipate che prevede per Amiu un’apertura ai privati. Una delibera ‘cosmetica’ e di facciata, in cui il ‘partner industriale’ è diventato ‘partner’, non spostando sostanzialmente di una virgola la direzione in cui sembrano voler andare la giunta Doria e soprattutto il partito democratico convinti che, per garantire le risorse necessarie per la realizzazioni degli impianti, serva un intervento esterno, con l’ingresso di Iren per la gestione del biodigestore.

Il giorno prima un gruppo di lavoratori aveva incontrato il capogruppo della Lista Doria e consigliere metropolitano Enrico Pignone, un incontro giudicato “inutile” dai lavoratori, che si sono ritrovati in sala rossa una delibera frutto di una trattativa tra il Pd e quella parte di ‘sinistra’ che poi ha detto sì al testo finale.

Incassata la ‘botta’ i lavoratori aspettano un nuovo tavolo in Regione dove la pre-intesa firmata una decina di giorni fa (e dove i sindacati erano riusciti a far eliminare ogni riferimento all’ingresso dei privati) dovrà diventare accordo di programma, con impegni precisi per tutti.

“Spero che già la prossima settimana venga fissato un primo incontro – spiega Christian Spallarossa dell’rsu – perché sono tante le cose che ora devono spiegarci. Il Comune di Genova non ha ancora adempiuto agli atti amministrativi per l’individuazione delle aree per gli impianti, l’azienda deve spiegarci come intende portare entro sei mesi la raccolta differenziata al 42% quando manca il personale e soprattutto mancano i mezzi, soprattutto quelli di piccole dimensioni, per effettuare la raccolta porta a porta”. Non solo: “I dirigenti di Amiu – dice il sindacalista – devono spiegarci come pensano di fare a riaprire Scarpino entro qualche mese e devono dire chiaramente chi pagherà i 30 milioni di euro circa che ci sta costando il portare i rifiuti fiori Regione”.

E sulla gestione del biodigestore, uno dei punti chiave dell’accordo di programma che dovrà essere firmato i lavoratori insistono: “Deve essere di proprietà di Amiu. Abbiamo fatto alcune proposte, dall’ingresso di altri comuni al reperimento di fondi europei fino al supporto di cassa depositi e prestiti. Ora è il momento di mettere in sicurezza l’azienda con supporti finanz, poi, ma solo poi, si potrà eventualmente ragionare su un eventuale partner di tipo industriale”

Intanto il 25 maggio i lavoratori Amiu sciopereranno per 8 ore nell’ambito dell’astensione nazionale indetta da Federambiente per il mancato rinnovo del contratto collettivo. In vista dello sciopero si terrà un’assemblea in cui sindacati e delegati si confronteranno con i lavoratori per definire le strategie. Ma è certo che se non arriveranno in fretta risposte da Regione, Comune ,azienda e città metropolitana, la protesta riprenderà forza con un nuovo scipoero che potrebbe essere proclamato già all’inizio di giugno

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