Genova. Una commissione Sviluppo economico un po’ ‘pastrocchiata’, ha licenziato oggi la delibera sulla riorganizzazione delle società partecipate con dentro l’elemento più critico che riguarda la ricerca di un partner industriale per Amiu. Così, come da copione, i lavoratori e i sindacati che la scorsa settimana hanno firmato in Regione un pre-accordo di programma sul futuro dell’azienda partecipata in cui era stato espressamente tolto il richiamo all’arrivo dei privati per trovare le risorse indispensabili agli investimenti che consentiranno di riaprire la discarica di Scarpino, sono stati beffati ritrovandosi dalla porta quello che avevano fatto uscire dalla finestra.
Martedì la delibera sarà votata in consiglio e solo un emendamento dell’ultimo minuto o l’accoglimento di un’eventuale richiesta di stralcio della pratica Amiu dalla delibera generale eviterà ciò che i lavoratori proprio non vogliono, vale a dire sentir parlare di ingresso dei privati prima di aver tentato, con tutte le altre azioni presenti nell’accordo di programma, di mettere in sicurezza l’azienda in autonomia.
La tensione, dopo che su questi temi era salita con 48 ore di sciopero proclamato e poi revocato, è destinata a una nuova impennata. Già domani i lavoratori hanno annunciato la loro presenza alla commissione che discuterà del piano industriale di Amiu dopo le modifiche resesi necessarie dalla nuova legge regionale sul ciclo dei rifiuti (ma non si parlerà a meno di sorprese della questione partner industriale). In questi giorni i lavoratori convocheranno un’assemblea unitaria che deciderà, ci sono pochi dubbi in proposito, quantomeno una presenza massiccia e agguerrita al consiglio comunale di martedì. Ma probabilmente saranno definite anche nuove iniziative di astensione dal lavoro.
A chiedere il rinvio oggi ci hanno provato solo il consigliere di Forza Italia Guido Grillo con una richiesta però contorta che prevedeva un approfondimento anche su Amt (la cui pur difficilissima situazione non rientra nella delibera oggetto della commissione) e il gruppo dei 5 stelle. Il consigliere di Sel Gian Pastorino aveva chiesto invece lo “stralcio” che però non può essere deciso dalla commissione ma solo da un emendamento in aula. Così tra assenze (tra cui spiccano quelli del capogruppo Pd Simone Farello e di quello della lista Doria Enrico Pignone) e distrazioni, la delibera è stata calendarizzata per il prossimo consiglio comunale, appunto quello di martedì.
“Ci stanno prendendo in giro e per di più non capiscono nemmeno bene cosa stanno votando” è stato il commento più gettonato tra i lavoratori all’uscita da palazzo Tursi. Lavoratori che se la prendono anche con i sindacati confederali, auditi in commissione che, a detta di alcuni, “avrebbero potuto dire parole più chiare contro la privatizzazione o quantomeno essere loro a chiedere uno stralcio per avere nuovi approfondimenti”.