Genova. Il consigliere regionale vicepresidente della Commissione III Sanità denuncia il rischio di sprechi all’interno dell’Azienda San Martino. “In periodi di tagli ai servizi ai cittadini e ai pazienti genovesi, inaccettabile qualsiasi decisione che non metta al primo posto l’efficientamento della sanità. Sarebbe meglio potenziare il pronto soccorso oculistico che conta 12mila prestazioni all’anno, 15 volte superiori rispetto agli interventi di Chirurgia vitreoretinica”.
“Non possiamo accettare che si consumi la doppia beffa a carico dei cittadini e dei pazienti genovesi e ci opporremo in ogni sede istituzionale, insieme al vicepresidente del consiglio comunale di Genova Stefano Balleari, affinché vengano al più presto scongiurate inutili quanto dannose ipotesi di assegnazioni di primariati con nomina da parte del direttore generale che non tenga conto della graduatoria concorsuale né delle reali esigenze sanitarie dei genovesi”. Così Matteo Rosso, medico e consigliere regionale vicepresidente della Commissione III Sanità che esprime la propria contrarietà all’ipotesi ventilata di scegliere un primario per Oculista arrivato secondo al concorso. “Uno scavalcamento assurdo – denuncia Rosso – che non tiene conto delle graduatorie concorsuali, quindi del merito, e che, per giunta, comporterebbe aggravi economici sull’Azienda dato che il secondo “classificato” non sarebbe neppure un genovese, ma un romano. Un fatto che non possiamo accettare tanto più che il primariato in questione genera perplessità non da poco sulla sua reale necessità. Con il probabile intento di potenziare il servizio di chirurgia vitreoretinica – branca che interessa però solo il 15% di tutti gli interventi chirurgici della specialità – l’Azienda San Martino ha deciso di mantenere l’Unità Operativa di Divisione Oculistica utilizzando risorse che potrebbero, se meglio indirizzate, consentire di affrontare le reali criticità della specialità oculistica aziendale in un momento in cui anche le direttive nazionali prevederebbero la riduzione – e di certo non l’aumento – del numero dei primariati. Oggi i tempi di attesa al San Martino per problemi retinici che hanno necessità di trattamento chirurgico sono uniformi a quelli nazionali”.
“Con il pensionamento del dirigente della struttura complessa, ci saremmo aspettati che, come avvenuto anche per altre specialità in seguito anche all’accorpamento tra Azienda San Martino e Ist, non si provvedesse alla nomina di un nuovo primario. Inoltre, la Struttura Complessa Divisione Oculistica, che si vorrebbe mantenere con la nomina di un nuovo primario, ha sede da qualche anno nello stesso stabile della Clinica Oculistica Universitaria e divide con questa tutti i piani dedicati compreso il blocco operatorio”.
“In queste condizioni logistiche sembrerebbe più logico, nell’ottica della razionalizzazione delle risorse a disposizione, l’assegnazione della responsabilità dell’intera Oculistica alla figura già esistente e di certificata levatura nella persona del Direttore della Unità Operativa di Clinica Oculistica universitaria che consentirebbe di deviare le inaspettate risorse verso le reali criticità. Pensiamo, ad esempio, all’implementazione di un servizio essenziale come il pronto soccorso oculistico che eroga 12.000 prestazioni all’anno. Numeri 15 volte superiori alle richieste di interventi di chirurgia vitreoretinica. Oggi con le sedi delle due oculistiche, Divisione e Clinica Universitaria, nello stesso edificio anzi addirittura negli stessi piani si vuole perpetrare di fatto una distinzione solo sulla carta. L’intento di mantenerla fa sospettare ragioni che sembra non abbiano nulla a che vedere con la razionalizzazione, l’efficientazione della già malandata sanità regionale”.
Se le motivazioni per il mantenimento di un doppione all’interno dell’Azienda sono invece quelle di favorire la ricerca e la produzione scientifica è indispensabile sottolineare come la Clinica Universitaria abbia una delle più elevate produzioni scientifiche all’interno dell’Azienda e via più agile e economicamente preferibile appare essere l’assunzione di due dirigenti di primo livello invece di uno solo di secondo che potrebbero alleggerire dai gravosi compiti istituzionali (vedi Pronto Soccorso) il personale da tempo al servizio dell’Azienda e con produzione scientifica sicuramente più importante rispetto a chi si vorrebbe oggi arruolare”.
“In dieci anni la giunta Burlando-Montaldo ha effettuato esorbitanti tagli ai servizi, ha via via depotenziato nel nostre strutture, reso la vita di medici e operatori sanitari sempre più difficile in nome del risparmio e della razionalizzazione. Evidentemente il criterio non è stato uniforme e troppo spesso si sono usati due pesi e due misure che nulla hanno a che vedere con il reale interesse dei genovesi e della loro salute”.