Genova. “Siamo lieti che Renzi arrivi per inaugurare lavori i cui fondi sono stati stanziati dal governo Berlusconi nel 2010 e che i suoi amministratori locali, a partire dal presidente della Regione e dal candidato del Pd, hanno poi solamente ritardato”.
E’ il giorno di Matteo Renzi, nel bene e nel male. Perché, oltre al via ai cantieri per la messa in sicurezza del Bisagno, il presidente del Consiglio si trova anche a fronteggiare le critiche di una regione, la Liguria, nel pieno della campagna elettore. Giovanni Toti, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, non si lascia allora sfuggire l’occasione e attacca a testa bassa.
Il commento ad una visita che ai più critici è parsa una passerella è durissimo e risveglia i ricordi della tragedia dell’ultimo autunno. “Oggi è una bella giornata di primavera e Renzi non rischia di bagnarsi le scarpe – spiega Toti -, ma qualcuno lo aspettava qui all’indomani della seconda alluvione che la giunta rossa di questa regione non ha saputo evitare. Meglio tardi che mai.
C’è poi la questione dei fondi già stanziati o ancora da trovare. “Per quanto riguarda il Bisagno, il primo lotto dei lavori di messa in sicurezza l’ha fatto la giunta Biasotti, il secondo lotto l’ha finanziato Berlusconi e ora Renzi lo inaugura anche se non sono soldi suoi. Credo che i genovesi sperassero che arrivasse con qualche fondo in più, ad esempio per finanziare la pulizia del letto del torrente oppure per gli scolmatori a monte ancora non iniziati. Comunque – conclude Toti -, visto che sarebbe spuntato un tesoretto da 1.5 miliardi, avrebbe potuto almeno promettere qualcosa. Almeno i genovesi avrebbero nutrito un paio di mesi di speranza”.