Busalla. Sanità, lavoro, trasporti: queste sono le priorità della Valle Scrivia, e questi sono anche i principali punti toccati da Pippo Rossetti nella Sala Coop di Busalla, in occasione dell’incontro con gli elettori di vallata.
Un dibattito fortemente voluto dal Circolo del Partito Democratico di Busalla e Crocefieschi, “nella consapevolezza che il nostro territorio – come ricordato dal segretario Giuliano Zorzan – ha sempre faticato ad esprimere una propria rappresentanza in Regione e che, quindi, avere un interlocutore dello spessore di Pippo Rossetti nei cinque anni a venire, per la nostra valle, sarebbe di fondamentale importanza”.
Assessore uscente al bilancio e alla formazione, Rossetti è infatti in corsa per un secondo mandato in consiglio regionale, una sfida alla quale il diretto interessato ha dichiarato di presentarsi “senza fare promesse, ma piuttosto con l’impegno di esserci e avere anche la forza di dire dei no, magari scomodi, però nell’interesse della Liguria e del suo entroterra”.
Primo argomento trattato da Rossetti è stata la Sanità. “Tema caldissimo per la Valle Scrivia, rispetto al quale negli ultimi anni ci sono anche state divisioni sensibili tra gli amministratori locali. Divisioni che ora dobbiamo superare, dandoci l’obiettivo di una Rsa a Busalla da 60 posti, e non da 20 come quella contemplata dal progetto attuale. Il modello del “piccolo è bello”, infatti, non vale più; a maggior ragione nella sanità, dove servono quelle professionalità che solo strutture più grandi possono impiegare a tempo pieno, senza nemmeno considerare un tabù l’apertura ai privati, se questa serve ad integrare il servizio. Alla Valle Scrivia servono infatti residenze per le cronicità e una politica di intervento sanitario a domicilio, riorganizzando, se serve, anche il lavoro dei medici di medicina generale che dovrebbero unirsi in studi associati per garantire la copertura del servizio anche nei giorni festivi. Infine, vanno contrastate le cosiddette “fughe” nelle regioni limitrofe, perché in questo modo la Liguria regala milioni di gettito fiscale ad altri territori: risorse che, invece, andrebbero trattenute per essere re-investite in servizi”.
Poi lavoro. “Unire le forze è necessario non solo in campo sanitario, ma anche per creare nuovo lavoro e promuovere un turismo dell’entroterra che si rivolga ad un target specifico, diverso da quello di chi sceglie la Liguria per il suo mare: che si parli di turismo o di lavoro in generale, è necessario fare rete, perché solo così le imprese possono accedere al credito, competere su un mercato ormai sempre più globalizzato e, nel caso specifico del turismo, integrare l’offerta ricettiva con la promozione dei prodotti tipici e le bellezze del territorio, coordinare gli eventi e puntare sull’ospitalità diffusa. Viste le dimensioni ridotte del nostro territorio e delle nostre aziende, tanto il nostro modello di turismo come quello produttivo devono puntare sulla qualità, e penso che abbiamo tutte le potenzialità per ritagliarci il nostro spazio: per farlo, però, le istituzioni devono detassare e sburocratizzare il lavoro, e dall’altra parte serve un cambio di mentalità da parte di tutti noi liguri, che abbiamo bisogno di ritrovare fiducia in noi stessi e di aprirci al mondo. Un cambio di mentalità che serve anche a proposito della formazione: dobbiamo rivoluzionare la nostra concezione di scuola e lavoro, integrare questi due momenti anziché continuare a concepirli in modo sequenziale: non è possibile che in Italia sia prassi studiare fino a 25 anni e, solo a quel punto, cercare il primo lavoro, mentre nella maggior parte dei paesi europei i ragazzi fanno le loro prime esperienze di alternanza già a 17-18 anni. Il “saper fare” è infatti sinonimo di dignità, e ogni volta che abbiamo fatto dell’artigianato di qualità il punto di forza del Made in Italy, abbiamo ottenuto grandi risultati, ma oggi abbiamo perso di vista l’esigenza di curare la formazione”.
E infine, ma non per ultimi, i trasporti. “Dobbiamo rendere più efficiente il sistema del trasporto pubblico locale, e dobbiamo riuscirci a dispetto dei continui tagli praticati dai governi di ogni colore. Per questo la nostra intenzione, se saremo chiamati ancora una volta a guidare la Liguria, è quella di indire entro la fine dell’anno una gara unica regionale per l’assegnazione del servizio, in modo da razionalizzare i processi ed eliminare, laddove esiste, una concorrenza tra ferrovia e gomma che non ha senso, perché va a scapito sia dei cittadini che delle stesse aziende. Non è possibile che, oggi, in Liguria operino cinque diverse società di trasporto pubblico più Trenitalia, quando in tutta la Francia l’intero servizio è garantito da appena tre soggetti”.