Politica

Regionali, Paita lancia piano per il commercio: “Piccoli negozi e semplificazione”

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Liguria. “La crisi economica non può essere un alibi per alzare le mani di fronte alle richieste di sostegno che vengono dal mondo del lavoro e delle imprese. Al contrario, la logica di governo di questi anni è stata caratterizzata dagli incentivi a chi ha voluto ammodernare e migliorare la propria attività”. Lo ha detto il candidato presidente del centro sinistra Raffaella Paita, che ha lanciato suo piano per il rilancio di un settore in forte crisi come il commercio.

“Combattere la desertificazione, l’assenza di piccoli negozi nei piccoli centri e la diminuzione nella città. Ne va della qualità della vita delle persone, ma anche del presidio del territorio. Per fare questo non servono vaghe promesse. Serve un piano di investimenti dettagliato. Ecco le mie tre proposte, interamente finanziate con fondi europei (FESR) e fondi regionali, dunque con coperture economiche garantite: 10 milioni di euro per il potenziamento della rete esistente del piccolo commercio e del commercio al dettaglio; 10 milioni per il credito; 3,5 milioni per creare nuova impresa”.

“Per quanto riguarda il punto 3 (la creazione di nuova impresa) occorre anche avere una strategia per le zone in cui il piccolo commercio è quasi scomparso o in via di sparizione. Qui non è sufficiente incentivare. Qui occorre mettere in atto una strategia a “massa critica”, che prevede l’apertura di più esercizi contemporaneamente in uno stessa zona, così da produrre un flusso di persone. Lavoro e territorio sono le due parole chiave della mia campagna. Senza lavoro non crescono i territori, senza attenzione al territorio non si governa una regione. Insieme agli investimenti metteremo in atto la semplificazione di leggi e bandi” aggiunge la Paita.

“Le leggi in cui si imbatte un cittadino sono moltissime e raramente di facile interpretazione. L’attività di impresa, in particolare, è soggetta ad un numero troppo vasto di norme con costi maggiori per consulenze, incarichi professionali e ritardi per gli investimenti. Semplificare significa in primo luogo sfoltire una giungla di norme”.

“Anche i bandi devono essere più semplici. La complessità dei bandi, a volte, ha come conseguenza difficoltà interpretative che richiedono a cittadini e imprese costi elevati per la redazione delle richieste di finanziamento. I bandi pubblici devono caratterizzarsi per una identica struttura, con un uso dei termini il più univoco possibile. Promuoverò una convenzione con gli enti locali, i rappresentanti degli operatori economici, le camere di commercio, per semplificare i bandi nel modo più condiviso” conclude il candidato presidente del centro sinistra.

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