Liguria. «Non solo la giunta Burlando-Paita ha fatto poco, se non pochissimo, per favorire la concorrenza tra i marchi della grande distribuzione a Genova, la terza città in Italia per costo della spesa al supermercato, ma addirittura ha promosso la politica del “pacco”, rifilando buoni della Coop a ignari studenti delle scuole medie anziché i premi in denaro promessi nel regolamento di partecipazione a concorsi pubblicati sul portale ufficiale www.giovaniliguri.it».
Questa la denuncia di Lorenzo Pellerano, capogruppo in Regione e candidato per la Lista Civica Liguria Libera, durante la conferenza stampa di questa mattina dedicata agli interventi per favorire la concorrenza nella grande distribuzione a Genova e in Liguria.
«Il caso mi è stato segnalato da un giovane partecipante al concorso Informato e Connesso organizzato dalla Regione Liguria attraverso l’assessorato alle Politiche giovanili – ha spiegato Pellerano – nel regolamento si legge chiaramente che “i premi in denaro verranno attribuiti ai primi quattro classificati di ogni sezione e area tematica”. Premi dai 500 ai 300 euro per vincitore per l’ “ammontare complessivo del montepremi a disposizione di 16.200,00 euro”. Agli ignari studenti in realtà, al momento di riscuotere il proprio meritato “gruzzoletto” sono stati consegnati i buoni per la spesa alla Coop. Una presa in giro veramente di livello basso quella consumata alle spalle di tanti ragazzi, che invece di essere obbligati a fare la spesa alla Coop magari avrebbero preferito spendere il premio vinto in un biglietto del cinema, in un viaggetto con gli amici o magari per entrare in un museo».
Non solo: «Sono anni che denuncio la poca concorrenza tra la grande distribuzione a Genova e a tutte le mie iniziative la giunta Burlando ha dato risposte evasive o addirittura ha negato anomalie nel costo della spesa in Liguria, in particolare a Genova. Invece dei buoni spesa rifilati “a sorpresa”, questa giunta avrebbe fatto meglio a promuovere interventi seri per favorire una maggiore concorrenza tra marchi della grande distribuzione. Se oggi Genova è terza città più cara d’Italia – secondo i dati di Altroconsumo – con un differenziale sulla spesa media di 700 euro nei confronti di Treviso è anche per la quasi totale assenza di azioni convincenti da parte della Regione Liguria e del Comune di Genova indirizzate a favorire una maggiore concorrenza. Se i genovesi pagano una tassa occulta sul carrello della spesa, tassa che penalizza sicuramente di più le fasce sociali più deboli che la sinistra dice di voler tutelare, la responsabilità è tutta del Pd».
Per salvare il potere d’acquisto delle famiglie genovesi, la Regione può intervenire favorendo la concorrenza che, è ormai provato con certezza, abbassa i prezzi al consumo. «E infatti – dice Pellerano – come già in passato avevo fatto notare, i depliant di uno stesso marchio riportano la disparità di offerte sugli stessi prodotti tra Genova, Milano, Torino, Spezia. Nella maggior parte dei casi Genova spicca per i prezzi più alti. Due anni fa in Consiglio ero stato l’unico a non votare il Piano regionale del Commercio proprio perché ritenevo urgente alleviare il costo del carrello per le famiglie di una Regione dove il lavoro troppo spesso manca ed i redditi si contraggono. Noi di Liguria Libera pensiamo che i genovesi e i liguri, proprio come avviene nel resto d’Italia, debbano essere liberi di fare la spesa dove vogliono e non solo dove il Pd vuole che la facciano».
La Regione Liguria si è affidata a un comunicato stampa per replicare: “Dall’esame della normativa fiscale in materia , che prevede la decurtazione del 25% sui premi in denaro, per non penalizzare i ragazzi, Arsel, secondo procedura di legge, ha selezionato un soggetto in grado di avere un’ampia diffussione sul territorio, per fornire con buoni acquisto la più ampia gamma possibile di beni acquistabili come si vede dall’avviso pubblicato sul sito che ha pubblicato tutte le opere del concorso, www.giovaniliguria.it: come si legge i giovani vincitori avevano, se desiderata, l’opzione a ricevere premi in denaro ma decurtati della tassazione prevista per legge”.