La sentenza

Fincantieri, licenziato per aver risposto a battuta razzista: reintegrato dal giudice

fincantieri

Genova. Il Tribunale di Genova ha reintegrato sul posto di lavoro Vincenzo Serrapica, operaio Fincantieri presso Sestri Ponente che il 7 novembre 2014 aveva ricevuto una lettera di licenziamento per “insubordinazione e aggressione verbale ad un suo superiore gerarchico”.

Secondo quanto riportato dalla Fiom genovese l’uomo, dopo aver terminato il turno di notte e aver timbrato il cartellino in prossimità del cancello dell’azienda sarebbe stato apostrofato da un capo di un altro reparto con un ‘Ehi Napoli, bella la vita vero?’ con un’esplicita allusione alla sua provenienza geografica. L’operaio, padre di famiglia e dipendente di Fincantieri da oltre 15 anni, aveva risposto al superiore per le rime mandandolo a quel paese. A distanza di qualche giorno era arrivato il provvedimento di licenziamento.

“La difesa, affidata all’avv. Paolo Galli, ha dimostrato come l’accusa fosse infondata ed esorbitante la pena” scrive la Fiom Cgil in una nota aggiungendo che “si tratta di una sentenza molto importante per due aspetti: per Vincenzo Serrapica che ha ricevuto giustizia e può tornare ad essere un lavoratore con piena dignità abbandonando il suo attuale stato di disoccupato ma la sentenza dimostra anche che le discriminazioni sui posti di lavoro, anche in una grande azienda di proprietà dello Stato, sono ancora possibili e che per i nuovi assunti senza art.18, questo non varrà più: per loro basteranno un po’ di soldi e potranno solo tornare a rimpinguare il grande mondo della disoccupazione”.

“La battaglia della Fiom Cgil continua per difendere tutti i lavoratori illegittimamente licenziati e per far sì che questo diritto sia restituito anche alle nuove generazioni”.

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