Genova. Continua la lotta dei lavoratori di Fincantieri in attesa delle due giornate, fissate l’11 e il 12 maggio, dedicate alla ripresa delle trattative, mai interrotte, per il rinnovo del contratto integrativo per tutto il Gruppo Fincantieri. Oggi e domani, infatti, daranno vita a un’ora di sciopero con presidi interni.
“Parteciperemo tutti, Fim Fiom Uilm, ognuno con il proprio coordinamento nazionale e rappresenteremo all’azienda le nostre richieste. Perciò il confronto, pur con le difficoltà e le distanze fra le parti, prosegue – si legge in una nota congiunta – Ciò sta a significare la volontà sindacale e aziendale di provare ad arrivare, con il tempo che sarà necessario, ad un punto di incontro”.
Ma i lavoratori si pongono alcune domande. “Perché Fincantieri ha scelto di non concedere la proroga del vecchio integrativo come hanno responsabilmente richiesto Fiom e Fim e Uilm Nazionali? Se si discute e si tratta, ci si domanda, perché non continuare con il vecchio accordo come è sempre stato nella storia delle relazioni sindacali del gruppo? Invece no. L’azienda, con un atto unilaterale, già dal mese di aprile decurterà salari e stipendi di tutti i 7700 lavoratori del gruppo di almeno 70 euro mensili, oltre ad abolire tutto il premio di risultato”, spiegano.
“Non ci sembra una grande scelta innovativa, con uffici e cantieri pieni di lavoro fino ad almeno il 2020, in una azienda di Stato. Ed appunto al Governo ‘padrone’ dell’azienda chiediamo cosa ne pensa. Il premier Matteo Renzi nei mesi scorsi ha aumentato la sua popolarità per avere elargito 80 euro ai redditi più bassi per dare un impulso ai consumi. A fine mese una ‘sua’ azienda ce ne toglie 70 di euro. Si, perché la verità è che il mondo Fincantieri ha visto molti lavoratori, specie operai ma non solo, usufruire di quel ‘bonus’. Altro che 31 mila euro e 16 mensilità di cui si parla con troppo entusiasmo in uno dei tanti comunicati prodotti in queste settimane dall’azienda”, termina la nota.