La protesta

Amiu, i sindacati vogliono rinviare sciopero ma i lavoratori dicono no: lunedì stop alla raccolta dei rifiuti e corteo fino a Tursi

Ieri assemblea in sala chiamata: i lavoratori bocciano la mozione sindacale sul rinvio della manifestazione

Dipedenti Amiu - Presidio Prefettura

Genova. Lavoratori contro i sindacati. E’ successo ieri mattina alla sala chiamata al porto in un’assemblea che era stata chiesta da una parte dei lavoratori di Amiu dopo che i sindacati avevano autonomamente deciso di rinviare lo sciopero previsto per lunedì 20.

La decisione di sindacati e rsu era arrivata dopo che il neoassessore all’ambiente di Tursi Italo Porcile, appena insediatosi, aveva deciso di incontrare i sindacati dell’azienda partecipata di sua competenza.

Ma i lavoratori che hanno partecipato all’assemblea (circa 250 su 1600 dipendenti) hanno votato contro la decisione delle rsu e hanno ribadito lo sciopero di lunedì, con stop alla raccolta per l’intero turno e un corteo che dalla Volpara arriverà fin sotto Tursi.

I lavoratori sono preoccupati per la situazione di estrema incertezza che sta vivendo un’azienda che fino a un anno e mezzo fa si poteva considerare il fiore all’occhiello delle partecipate, almeno dal punto di vista del fatturato. Ora tra inchieste giudiziarie, discarica chiusa, incertezza sulla realizzazione dei nuovi impianti e voci sempre più insistenti di un arrivo di Iren con partner industriale, il futuro preoccupa e per la prima volta una parte dei lavoratori ha scavalcato i loro rappresentanti.

“Abbiamo una discarica chiusa che era l’unica risorsa che produceva reddito e in compenso spendiamo 100 mila euro al giorno per portare i rifiuti fuori regione” dice un lavoratore. A preoccupare i dipendenti ci sono anche le discusse Linee guida sul personale delle partecipate, che potrebbero portare a un taglio agli integrativi in busta per tutti i dipendenti delle aziende di Tursi. Dopo l’ultimo sciopero di novembre, a cui erano seguiti alcuni incontri “interlocutori” in Regione e Comune, lunedì i lavoratori torneranno a far sentire la loro voce.

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