Genova. Avrà luogo il 16 marzo la nuova udienza sulla tragedia avvenuta a Molo Giano. Durante l’incidente probatorio dello scorso 11 febbraio, infatti, i legali della difesa avevano contestato la perizia eseguita dal consulente del gip Ferdinando Baldini, che quindi ha rinviato la nuova udienza a lunedì prossimo.
Come sempre non mancherà la madre di Giuseppe Tusa, una delle nove vittime di quella maledetta notte, che sta lottando con le unghie e con i denti per conoscere la verità e spera che finalmente arrivi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Adele Chiello è sempre più arrabbiata, soprattutto dopo l’intervista che ieri ha rilasciato l’ammiraglio Vincenzo Melone a Loano, in occasione della cerimonia di scopertura della targa in memoria delle vittime della tragedia della torre piloti. “Ha chiamato i ragazzi “suoi figli”, ma se fossero stati suoi figli non li avrebbe di certo mandati su quella torre – dichiara – io credevo di aver affidato il mio ragazzo in mani sicure, ma così non è stato e delle onorificenze non ce ne facciamo nulla”.
La voce di una madre che da oltre un anno e mezzo chiede finalmente chiarezza ed è pronta a tutto. “I verbali che mi hanno consegnato sono carta straccia, non c’è scritto nulla su mio figlio, dove sia stato trovato e quanto abbia sofferto prima di morire – prosegue – anche quando ho parlato di persona con l’ammiraglio, chiedendo dove avessero trovato mio figlio, la risposta è stata ‘non lo so’. Questo non può che definirsi muro di gomma”.
Adella Chiello parla di paginate di verbali “vuoti”, o meglio pieni di dettagli tecnici secondo lei completamente inutili. “Dei ragazzi morti si parla poche righe, perché evidentemente sono numeri quando lavorano e diventano niente quando non sono più produttivi”. La sua battaglia va comunque avanti e chiede di accedere a tutti gli atti. “Sono pronta a denunciare tutti, proprio come ho già fatto con l’Autorità Portuale”.