Gara avvincente

Milano-Sanremo, settimo successo tedesco: John Degenkolb vince l’edizione numero 106

Quinta posizione per il dianese Niccolò Bonifazio

Genova. Senza incertezza non c’è pathos. Il bello, nello sport, sta soprattutto nell’imprevedibilità del risultato. Una caratteristica che, per sua fortuna, non manca alla Milano-Sanremo, la più nota corsa ciclistica in linea che, anche quest’anno, non ha deluso le aspettative.

La rosa dei favoriti, alla vigilia, era molto ampia. Almeno una trentina i papabili per il successo sul traguardo di via Roma, tornata sede dell’arrivo a otto anni di distanza dall’ultima volta. E una trentina sono stati i corridori che hanno sprintato per il successo. Ad alzare le braccia al cielo è stato John Degenkolb, 26enne tedesco che corre per il Team Giant-Alpecin. E così, per il quinto anno consecutivo, la “Classicissima” ha un vincitore che scrive per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro.

La gara è partita con la pioggia, che ha accompagnato, insieme al vento, i ciclisti fino alla costa, dove hanno gareggiato su asfalto bagnato e con un cielo nulovoso, ma senza precipitazioni. Da Cipressa in poi è spuntato il sole e all’arrivo l’asfalto era asciutto.

La corsa ha vissuto il più tradizionale dei copioni. Questa mattina, alle ore 10,10, sono partiti da Milano 199 atleti, in rappresentanza di 25 società. Ed è stata subito bagarre. Nel giro di pochi minuti si è concretizzata una fuga, cha ha visto protagonisti undici uomini: Andrea Peron (Team Novo Nordisk), Adrian Kurek (CCC Sprandi Polkowice), Matteo Bono (Lampare-Merida), Julien Berard (AG2R La Mondiale), Tiziano Dall’Antonia (Androni Giocattoli), Serge Pauwels (MTN-Qhubeka), Marco Frapporti (Androni Giocattoli), Stefano Pirazzi (Bardiani CSF), Jan Barta (Bora-Agon 18), Maarten Tjallingii (Lotto NL-Jumbo).

Il gruppo ha lasciato fare e i battistrada hanno raggiunto un vantaggio massimo di circa 10 minuti. Poi, fin dall’ascesa del Passo del Turchino, le squadre degli uomini più attesi si sono messe a tirare il gruppo, riducendo il divario. L’ultimo a cedere è stato Matteo Bono, che è rimasto solitario in vetta fino alla salita di Cipressa.

A quel punto si è accesa la corsa vera. Gli atleti del Team Sky si sono portati in vetta tenendo alta l’andatura per far selezione. Thomas, Swift, Rowe e Nordhaug hanno costretto a staccarsi i più affaticati; tra i ciclisti in difficoltà anche alcuni dei favoriti della vigilia.

Alcuni corridori sono rimasti vittime di cadute; nessuna ferita grave, ma gli scivoloni sono costati a tanti la perdita del contatto con i primi. In particolare, a Capo Berta, una rovinosa caduta ha visto protagonisti Jull Jensen (Tinkoff), ferito al volto, e Paul Voss (Bora-Argon 18). Quest’ultimo è stato portato via in ambulanza, comunque cosciente. Sono finiti a terra anche Puccio, Stannard e Mori; più tardi stessa sorte è toccata a Demare.

Prima della salita del Poggio Daniel Oss (BMC Racing Tean) e Geraint Thomas (Team Sky) si sono portati a condurre con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppone, con una cinquantina di superstiti.

I 3,7 km di salita del Poggio sono stati vissuti con Geraint Thomas in testa e tanti scatti alle sue spalle; il britannico è stato raggiunto proprio in vetta. Niente selezione in salita, allora ci ha pensato la discesa a tagliare fuori alcuni pretendenti. Cadono, tra gli altri, Gilbert, Kwiatkowski, Stybar e Ciolek, che con un gesto di stizza scaraventa a terra il casco.

Al termine della discesa sono rimasti una trentina a giocarsi il successo. Paolini tira la volta a Kristoff, che ad una ventina di metri dal traguardo è davanti. Ma non ha fatto i conti con John Degenkolb; il tedesco del Team Giant-Alpecin lo passa ed esulta: la Milano-Sanremo è sua.

Per la settima volta il successo è tedesco, dopo Rudi Altig nel 1968, il poker di Erik Zabel (1997, 1998, 2000, 2001) e Gerald Ciolek (2013).

Alexander Kristoff è secondo, terzo Michael Matthews, quarto Peter Sagan, quinto Niccolò Bonifazio, sesto Nacer Bouhanni, settimo Fabian Cancellara, ottavo Davide Cimolai, nono Tony Gallopin, decimo Edvald Boasson Hagen.

“Inseguivo questa vittoria da cinque anni – ha detto ai microfoni Rai il vincitore, sorridente ma provato dopo una corsa durata quasi sette ore, cinque delle quali praticamente sotto la pioggia -. Questo è sicuramente il miglior momento della mia carriera di ciclista. Voglio ringraziare la squadra per come ha lavorato per portarmi fino alla volata finale. Erano cinque anni che cercavo di vincere qui, su questo traguardo storico, sono ancora incredulo. L’anno scorso ero in gran forma, ero convinto di poter fare bene ma poi una foratura mi ha messo fuori gioco. Quest’anno è andata meglio”.

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