Genova

Genova, protesta pacifica davanti al diurno chiuso: “Lavarsi è un diritto, non un favore”

Tante persone aspettano per capire se oggi sarà la volta buona

Genova. C’è una piccola folla pacifica davanti al diurno di Genova in piazza De Ferrari, chiuso da oltre una settimana senza che una spiegazione ufficiale sia stata data a nessuno. Alle 13 i lavoratori sono stati convocati sul posto di lavoro per accompagnare due funzionari comunali in una sorta di sopralluogo. Ma altro non si sa. Fuori tante persone aspettano per capire se oggi sarà la volta buona. straniero.

“Ringraziamo il Comune di Genova per aver chiuso il diurno senza preavviso e senza spiegazione” dice ironicamente un ragazzo straniero. “Siamo qui perché lavarsi è un diritto, non un favore” gli fa eco un altro. “Il papa a Roma ha fatto mettere i bagni fuori dal Vaticano, e qui si chiude l’unico diurno rimasto, perché evidentemente il sindaco di Genova e il presidente della Regione non hanno molto da guadagnare da un eventuale riapertura” ironizza un anziano pensionato in attesa come gli altri di una doccia che non riesce a fare da una settimana.

“Non è solo per gli immigrati, ma anche per i turisti che possono aver bisogno di andare in bagno e non sempre i bar ti consentono di utilizzarlo – spiega un membro della comunità egiziana – Genova è una grande città di cultura ma servirebbe un po’ di buon senso”.

Alla protesta ha partecipato anche il consigliere comunale del Pd Claudio Villa che ha presentato un interpellanza urgente ma non c’è stata risposta ancora alcuna risposta. Informalmente si sa che ci sarebbero un problema legato all’uscita di sicurezza e una botola pericolosa, ma nulla in questi 8 giorni è stato fatto per consentire la riapertura. I ragazzi hanno deciso di recarsi a Tursi per chiedere un colloquio con il sindaco o con l’assessore Fracassi.

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