La protesta

“Decine di famiglie lasciate al buio”. Il Movimento per la Casa presidia Palazzo Reale

Il presidio è stato ben accolto dai turisti che, in larga parte, hanno espresso solidarietà e hanno deciso di non visitare il museo

Genova. Il Movimento di Lotta per la Casa torna a manifestare, questa volta nei pressi dell’ingresso di Palazzo Reale in via Balbi, dopo il distacco per morosità dell’amministrazione delle forniture elettriche avvenuto il 22 marzo scorso in numerosi immobili in Via Balbi, Via Prè, Vico S.Antonio e vico Pace, un centinaio di appartamenti in tutto. Lo fa con un presidio, tra i turisti che, in larga parte, hanno espresso solidarietà e hanno deciso di non visitare il museo.

“Siamo stati inizialmente additati come i responsabili della morosità in quanto abusivi – spiegano i manifestanti – ma in poco tempo è risultato evidente che lo stacco delle utenze è avvenuto simultaneamente in tutti i condomini di proprietà di Palazzo Reale. Quindi la scelta di imporre l’assenza di un servizio anticendio e delle luci minime di sicurezza è stata presa a prescindere dalla presenza di “abusivi”, la cui esistenza non basterebbe a giustificare, economicamente e politicamente, l’indegna scelta di lasciare al buio intere palazzine. Ciò rende evidente che l’unico responsabile dell’accaduto non può che essere chi gestisce l’amministrazione di tutti gli immobili in questione”.

“Non ci vuole un investigatore per associare le recenti accuse proferite a Galletti, ex direttore regionale dei Beni Culturali, alla scelta di far ricadere le conseguenze della malagestione su chi abita quelle palazzine. Sono anni che si assiste al disinteresse e all’abbandono dei lavori di manutenzione e ristrutturazione, con conseguenti problemi igienici e di sicurezza per chi abita quegli stabili, anni che si tengono nascosti appalti gestiti con metodi clientelari e mafiosi e decenni che vengono imposti affitti, a volte, inaccessibili. A questo si aggiunge il non pagamento di affitti e utenze da capogiro a Palazzo Reale da parte dello stesso Galletti, dopo che venne trasformata in sua abitazione “privata” e “di servizio” un’ala di 200mq del Palazzo, tutto con soldi pubblici, in onore dell’emergenza abitativa e delle famiglie in difficoltà. Mentre venivano pagate le “ristrutturazioni”, e non venivano versati gli affitti, di questa casa di lusso, i muri delle palazzine “popolari” in questione venivano giù, le fogne esplodevano, gli impianti elettrici erano lasciati all’abbandono e le persone sfrattate perchè non si potevano ristrutturare gli appartamenti fatiscenti”.

“Vogliono far pagare le speculazioni e le truffe dell’amministrazione a tutti noi, occupanti e non, che in questi palazzi ci viviamo. Ma ora più di prima ci autogestiremo per ristrutturare e riprenderci ciò che ci spetta. La suddetta amministrazione in primis, compresi Comune, Regione e Stato, responsabili del disinteresse per l’emergenza abitativa, per l’ennesima volta non si assumono la responsabilità e le conseguenze delle proprie azioni e scelte criminali. Si facciano carico del debito maturato con Enel e riattivino le forniture energetiche per le scale di queste palazzine oppure si preparino alle contestazioni”.

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