Dopo le polemiche

Carige, l’ex procuratore Lalla: “Rimesso mandato da difensore civico. Ma non c’è alcuna inchiesta”

La remissione del mandato nelle mani del consiglio non significa però dimissioni

Genova. “Dopo le vicende mediatiche che mi hanno coinvolto ho ritenuto di rimettere il mio mandato di difensore civico al presidente del consiglio regionale Boffa e al consiglio regionale”. Lo ha annunciato l’ex procuratore della Repubblica Francesco Lalla in una conferenza stampa convocata per fare chiarezza sul cosiddetto ‘scandalo Carige’. Secondo quanto riportato sabato da alcuni quotidiani, infatti, l’ex procuratore, oggi difensore civico della Regione, avrebbe avuto un colloquio con l’ex presidente di Carige Giovanni Berneschi e avrebbe chiesto notizie di un colloquio di lavoro avuto dalla nipote.

Ma le cose, dice Lalla, non sono andate così: “In uno dei rarissimi incontri con il dottor Berneschi quando ero procuratore della repubblica sapendo – dice ex capo della procura genovese – che Carige aveva contattato mia nuora per un lavoro alla Carige, ho detto a Berneschi ‘avete fatto un’ottima scelta’. Mia nuora aveva già allora una carica dirigenziale in una società di revisori dei font incarico che mantiene tutt’ora. Non ha mai firmato un contratto di lavoro con la Carige, né prima né dopo. Forse ho peccato dal punto di vista umano compiacendomi per le doti personali e lavorative di mia nuora, ma è tutto qui e non sono sotto inchiesta”.

La remissione del mandato nelle mani del consiglio non significa però dimissioni: “Sono stato eletto con 35 voti su 36 e quindi deve essere il consiglio a decidere se esiste ancora un rapporto fiduciario nei miei confronti. Se non sarà così farò i bagagli senza probleimi. Ma non mi sottraggo all’impegno che mi è stato affidato. Il presidente Boffa, a cui ho spiegato la mia versione dei fatti, ha detto che tutto sarà discusso dall’ufficio di presidenza, che valuterà tutto quanto”.

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