Il processo

Alluvione 2011, il meteorologo di Tursi: “Suggerii di chiudere scuole”. Dopo i morti “si tentò di incolpare Arpal”

Elisabetta Trovatore (Arpal): "Contrariamente a quanto accade di solito l'allerta fu emanata a 48 ore dall'evento perché già il 2 novembre il quadro meteo appariva già particolarmente critico"

alluvione 2011 esondazione Fereggiano

Genova. I meteorologi del Comune di Genova avevano suggerito durante la riunione del comitato del 2 novembre di valutare l’opportunità di chiudere le scuole. Lo racconta in aula nel processo per l’esondazione del Fereggiano del 4 novembre 2011 che provocò 6 vittime, Silvio Bozzano, meteorologo di Tursi. “All’inizio di quella riunione, visto il preoccupante quadro meteorologico atteso, suggerii di valutare l’opportunità di chiudere le scuole. Lo feci anche per dare un messaggio ai non tecnici circa la gravità delle situazione che avremmo dovuto affrontare da lì a poco”. Le cose, poi, andranno diversamente come ha spiegato in aula nella scorsa udienza il collega Alessandro Robbiano: “La decisione di non chiudere le scuole nonostante la gravità delle previsioni meteo fu presa il 3 mattina dall’assessore Scidone che manifestò la preoccupazione politica per le polemiche che avrebbero certamente investito l’amministrazione ne caso gli eventi non si fossero manifestati, come era accaduto l’inverno precedente per l’allerta neve”.

Nel processo che vede imputati per omicidio colposo, disastro e falso l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, l’ex assessore alla protezione civile Francesco Scidone e i dirigenti Giafranco Delponte, Sandro Gambelli e Pierpaolo Cha, Bozzano, che nel 2011 si occupava principalmente dei pannelli luminosi e dei messaggi che appaiono alle fermate del bus ha spiegato che per la prima volta, durante un’allerta inserì, intesa con il collega, nei pannelli rivolti alla popolazione messaggi meno istituzionali ma di tenore particolarmente grave come il messaggio “Norme di autoprotezione, massima cautela” proprio per attirare maggiormente l’attenzione. A Bozzano è stato poi chiesto conto di alcuni ‘exploit’ caratteriali dell’assessore Scidone. Il primo, già raccontato da Robbiano, si riferisce alla sera del 4 novembre, dopo la conta dei morti ma ancora in piena situazione di allerta: “Scidone arrivò nel nostro ufficio insieme all’assessore Senesi chiedendoci insistentemente dei ‘bollettini di aggiornamento in corso di evento pubblicati da Arpal’ e quando noi gli rispondemmo che non li avevamo mai visti disse ‘Qualcuno cagherà sangue’”.

“In pratica ci rendemmo conto – spiega Bozzano – che c’era un ingiusto tentativo di addossare colpe ad Arpal. Preciso che, avendoli poi letti successivamente, quei bollettini in corso di evento non mi sembravano di alcuna importanza perché si trattava di previsioni spostate di qualche ora ma sempre all’interno di un quadro di allerta 2 che prevede massima attenzione e risposta immediata”.

Bozzano poi sarà oggetto di un altro pesantissimo sfogo da parte dell’ex assessore dell’Idv. Accade la mattina del 7 novembre quando alla minaccia di una nuova perturbazione Delponte manda i vigili sul Fereggiano invitando i cittadini a salire ai piani alti. Erano stati proprio i meteorologi di Tursi a confermare le piogge in arrivo e Delponte, a tre giorni dai tragici fatti, aveva deciso di mandare la municipale. “Diventai oggetti dell’ira di Scidone che mi prese per un braccio e mi disse adesso ci vai tu dai giornalisti a spiegare come mai giravano i vigili con il megafono”. Una carattere “vivace” quello di Scidone, lo ha definito oggi il teste in aula.

Durante la mattinata è stata ascoltata anche la dirigente di Arpal Elisabetta Trovatore che ha spiegato, bollettini alla mano, come già dal 2 novembre era emerso uno stato di particolare criticità dal punto di vista meteorologico al punto che lo stato di allerta che normalmente viene emanato e 24 ore dell’evento, era stato diramato dalla Protezione civile regionale con 48 ore di anticipo. Si trattava di un allerta 2, valido dalle 6 del 4 novembre alle 12 del 5: “Avevamo prefigurato la realtà più grave possibile” ha spiegato in aula, quella che poi si è drammaticamente verificata.

La teste ha anche chiarito più volte come i “bollettini di aggiornamento in corso di evento” che venivano pubblicati sul sito dell’Arpal non fossero uno strumento ufficiale per avviare le procedure di protezione civile che venivano invece attivate “solo attraverso gli avvisi meteorologici e gli avvisi di criticità idrologica a cui segue la decisione della Protezione civile regionale di emanare lo stato di allerta”. I bollettini in corso di evento (quelli che Scidone chiede con insistenza ai meteorologi di Tursi per tentare, secondo l’ipotesi dell’accusa, di addossare colpe al Arpal) invece “sono uno strumento a disposizione di tutti i cittadini e soprattutto dei giornalisti per fotografare la situazione in un certo momento insieme alla diffusione dei dati del periodo immediatamente precedente”.

“Questi bollettini non vengono diramati via fax proprio perché non hanno alcuna funzione ufficiale. Il fatto che uno di questi fosse allegato al fax inviato dalla Prefettura al Comune la sera del 4 novembre? “Un errore di qualcuno in Prefettura – ha detto Trovatore – perché non era certamente una procedura corretta allegare questi documenti che si trovavano sul sito web”.

leggi anche
IMG 2894
Il processo
Alluvione 2011, il meteorologo di Tursi: “Scidone non chiuse scuole per tutelare amministrazione da critiche”
alluvione 2011 esondazione Fereggiano
Il processo
Alluvione 2011, prosegue in aula la sfilata dei “non ricordo”. Il giudice alla teste: “Sta coprendo qualcuno?”
alluvione 2011 esondazione Fereggiano
Cronaca
Alluvione 2011, ex vice comandante della municipale: “In zona Bisagno nessun piano emergenze”
alluvione 2011 esondazione Fereggiano
Cronaca
Alluvione 2011, il papà di Serena Costa: “Manca ancora coscienza del rischio conclamato, serve lo scolmatore”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.