Sampdoriano per sempre

“Album dei ricordi blucerchiati”: Toninho Cerezo, samba scudetto

Campione d'Italia con la Sampdoria nel '91; finalista di Coppa Campioni a Wembley ; ha vestito 166 volte la casacca blucerchiata

Toninho Cerezo

Genova. Estate 1986… mi trovo all’ombra dei pini marittimi antistanti le tribune del campo di Celle, in mezzo a un autentico “parterre de reines”, in cui spicca una ragazza che ancor oggi è fra le più belle signore di Arenzano… ma, appena la palla inizia a rotolare sul prato verde, gli occhi di tutti subiscono il fascino di quel dinoccolato giocatore, che caracolla in mezzo al campo, sciorinando giocate d’alta scuola, con una semplicità assoluta, da farle sembrare facili… è la prima volta che vedo, dal vivo, Toninho Cerezo…

La Sampdoria, appena affidata da Paolo Mantovani a Vujadin Boskov, in sostituzione del “sergente di ferro” Eugenio Bersellini, gioca un’amichevole nella fase di preparazione al nuovo campionato e in molti siamo venuti, apposta, per ammirare il “carro armato” Hans-Peter Briegel, fresco vice campione del mondo, con la Germania a “Mexico ‘86”, ma soprattutto per “farci un’idea” sulle possibilità di Toninho Cerezo di sostituire degnamente Graeme Souness.

I due si sono già incontrati in una finale di Coppa Campioni… due “cervelli” del centrocampo, tanto diversi, quanto le scuole che li hanno formati… essenziale l’anglosassone, estemporaneo il sudamericano, arrivato in Italia, nell’83, a rinforzare la Roma appena “scudettata”, proprio in previsione della partecipazione alla massima competizione europea ed è stato lo scozzese ad avere la meglio… anche perché Cerezo è dovuto uscire prima della lotteria dei rigori, stroncato dai crampi, per il tanto correre e Falcão non si è presentato sul dischetto…

Già… Falcão… mentre a Celle guardo Toninho disegnare parabole in mezzo al campo, mi chiedo perché, per i tifosi romanisti, è Falcão l’ottavo re di Roma e non Cerezo… eppure in Brasile credo la pensino diversamente… 28 presenze in Nazionale per il primo, contro le 74 del secondo, che – non a caso – indossa la maglia col n° 5 (quella del leader di centrocampo per i verde-oro) nella sfida Brasile-Italia del Mondiale dell’82 a Barcellona… ed è un Brasile fra i più forti di tutti i tempi, con Zico, Socrates, Junior, lo stesso Falcão, Eder, Oscar… ma il bello del calcio consta nel fatto che ognuno ha i suoi “idoli” … è Cerezo è fra i miei !

Qualche spettatore, scherza sull’età di Toninho, nato a Belo Horizonte, Minas Gerais, nel 1955… forse è una moda in voga con i grandi campioni… perché adesso c’è chi lo fa con Eto’o… ma il brasiliano indosserà 166 volte la casacca blucerchiata, in sei stagioni, raggiungendo traguardi inimmaginabili quel giorno d’esordio al “Giuseppe Olmo”.

Sembra ieri che, nella Sud, canticchiavamo a ritmo di samba coi New Trolls… “con Toninho blucerchiato siamo già al Maracanà, che bisogno c’è di andare fino là”…

Wembley, nella sua “grande bellezza” e brutalità, rappresenterà, con lui in campo, l’apice della storia della Sampdoria, ma non di quella di Cerezo, che andrà a prendersi la rivincita, a Tokyo, sul Barcellona di Cruyff e dei suoi Zubizarreta, Koeman, Guardiola, Laudrup, Stoickov.

Un grande, fra i grandi… poi inizierà la carriera da allenatore, che già si vedeva essere nel suo DNA, quando capitava di vederlo, in panchina perché infortunato, agitarsi più di Boskov nel dare suggerimenti ai compagni in campo e lo abbiamo visto con i nostri occhi al “corso allenatori (Uefa B)”, frequentato assieme a lui e a Gianluca Signorini nel lontano ’91, che sarebbe diventato un mister “giramondo”… Brasile ovviamente, ma anche Giappone, Arabia Saudita, Dubai, Emirati Arabi… ovunque la palla rotoli, si può trovare Cerezo ad insegnare calcio… hai ragione Toninho, è come dici tu : “il calcio è felicità, gioia di vivere, il calcio è riso con i fagioli”, la vostra insuperabile “feijoada”…

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