Regionali

Acqua pubblica, Rixi: “L’ombra del conflitto di interessi sugli aumenti del 45% a Genova”

rubinetto acqua

Liguria. “In barba ai referendum che migliaia di cittadini liguri hanno firmato e votato e in maniera del tutto contraddittoria su quanto proprio la sinistra fino al 2010 andava sostenendo sull’acqua pubblica, a Genova ci troviamo a fare i conti con i risultati di un evidente conflitto di interessi che, sorge il dubbio neppure troppo remoto, generi prezzi stellari per l’acqua ‘del bronzino'”. Così interviene Edoardo Rixi, candidato alla presidenza della Regione Liguria della Lega Nord, che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore al Ciclo delle acque Paita.

“Vorremmo sapere se l’assessore plenipotenziario di Burlando è a conoscenza della situazione e come intenda risolverla, anche se avrebbe già avuto tutto il tempo per sanarla – dice Rixi – A Genova e in tutto il territorio provinciale i cittadini devono fare i conti con aumenti del 45% in bolletta negli ultimi 5 anni. Secondo i dati di Unioncamere Liguria e Ref Ricerche relativi alla fine del 2014, Genova è al 62esimo posto in Italia come attrattività territoriale per rapporto costi/qualità dei servizi idrici integrati, seguita dalla Spezia (55esimo posto), da Imperia (49esimo). Bene Savona che si colloca al 7esimo posto. A Genova, dove la spesa è di quasi il 50% oltre la media di spesa in Italia, è evidente il conflitto di interessi tra controllore e controllato. Infatti con la creazione degli Ato, spetterebbe agli Ambiti territoriali ottimali – partecipati da tutti i Comuni del comprensorio e, nel caso di quello del genovesato, presieduto dal sindaco metropolitano Doria – fare da controparte di Iren, il gestore del servizio”.

“Peccato che ci sia un vulnus che l’assessore competente al Ciclo delle acque Paita non ha visto o non ha voluto vedere in questi anni: il controllore Ato è presieduto dal sindaco metropolitano Doria che, in quanto sindaco di Genova, è anche il rappresentante dell’azionista di controllo Comune di Genova che detiene il 18% – alla pari con il Comune di Torino – delle quote di Iren”, prosegue.

“Iren è una società per azioni quotata in borsa, che distribuisce i propri dividendi agli azionisti, operando in un campo che non è calmierato né regolato dalla libera concorrenza. Il dividendo distribuito da Iren nel giugno 2014 ammonta a circa 61.557.000 euro, pari a 0,0523 euro per ogni azione del valore di 0,960 pari a circa il 6%.
Tradotto: più Iren incassa e più dividendi distribuisce agli azionisti ergo più il Comune di Genova incassa. Peccato che il prelievo sia a tutto danno dei cittadini dei Comuni dell’ex provincia di Genova oggi città metropolitana oltre che dei genovesi visto che di certo non hanno, in cambio delle bollette tra le più salate d’Italia, un rapporto ottimale tra costo e servizio. È assolutamente necessario che sia esaminata a fondo la questione del conflitto di interessi, nel massimo della trasparenza pubblica, e venga risolta al più presto: non è più accettabile che si continui su questa strada in cui il controllore è anche il controllato e che quindi al controllore convenga di non controllare l’operato e i costi della società controllata”, conclude Rixi.

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