Economia

Unioncamere: nel 2014 perse in Liguria 900 imprese, la metà sono artigiane

restauro artigianato

Liguria. I dati di chiusura del 2014, elaborati da Unioncamere Liguria, non sono confortanti: il saldo tra imprese iscritte e cancellate resta di segno negativo, seppur ridimensionato rispetto al 2013 che aveva registrato il dato peggiore degli ultimi 6 anni.

Il tessuto imprenditoriale ligure perde, di fatto, altre 900 imprese. A voler vedere il bicchiere non del tutto vuoto, c’è da dire che delle 10.582 chiusure quasi 1.200 sono d’ufficio (ossia vengono cancellate dal Registro Imprese a seguito di attività amministrative): se quindi si riconsiderasse il dato al netto di queste cancellazioni, il saldo risulterebbe positivo (+174 unità).

Il considerevole ridimensionamento del numero delle cancellazioni (1.787 chiusure in meno, pari a -14,4%) non basta a invertire la tendenza degli ultimi 3 anni, in quanto anche le aperture hanno subito una flessione, seppur più contenuta (371 iscrizioni in meno rispetto al 2013, pari a -3,7%).

Dall’esame dello stock si rileva che tra il 2013 e il 2014 le imprese liguri registrate sono diminuite dello 0,8% e le attive dell’1,1%. A livello nazionale la situazione non è migliore, basti pensare che solamente due regioni hanno registrato una variazione positiva, Lazio (+1%) e Calabria (+0,2%).

Da evidenziare la situazione negativa dell’area Nord-Est, da sempre considerata il traino dell’economia italiana, e in particolare del Friuli V.G. che più di altre regioni sembra pagare dazio alla lunga crisi: il saldo negativo tra aperture e chiusure raggiunge le 2.000 unità.

A livello provinciale Imperia “perde” il maggior numero di imprese, 455, seguita da Savona (-176), Genova (-151) e La Spezia (-124). I settori che hanno registrato il saldo negativo più consistente tra aperture e chiusure sono il Commercio con 937 imprese in meno (-462 a Genova, -177 a Imperia, -157 a Savona e -141 a La Spezia), l’Agricoltura con 494 imprese in meno (- 107 a Genova, -225 a Imperia, -129 a Savona e -33 a La Spezia), il Turismo con 481 unità in meno (-234 a Genova, -101 a Imperia, -65 a Savona e -81 a La Spezia) e le Costruzioni con 334 imprese in meno (-74 a Genova, -55 a Imperia, -102 a Savona e – 103 a La Spezia).

Ancora bilancio in rosso per l’artigianato, ma notevolmente ridimensionato rispetto all’anno scorso, -523 unità, grazie ad una lieve crescita delle iscrizioni (+0,8%) e una riduzione del 22,6% delle cancellazioni. La provincia di Genova registra il saldo negativo più consistente, -176 imprese, seguita da Savona (-151 unità), La Spezia (-116) e infine Imperia con 80 imprese in meno.

Scende dal 25% al 23% l’incidenza dell’impresa femminile sul totale delle imprese: il saldo tra aperture e chiusure di attività resta negativo, pur ridimensionandosi leggermente rispetto ad un anno fa (da 131 passa a 100 unità in meno), suddiviso tra le province di Genova (-41 imprese), Savona (-37), La Spezia (-16) e Imperia (-6). I settori in cui si concentra l’impresa “rosa” sono il Commercio (33,2% e un saldo pari a -103 imprese), il Turismo (13,8% e 67 imprese in meno) e l’Agricoltura (12,2% e 27 imprese in meno).

Si riconferma il saldo attivo delle imprese giovanili liguri (+1.512 imprese): Genova guida la classifica con 801 imprese in più, seguita da Savona (+252), La Spezia (+237) e infine Imperia (+222 unità).

Il settore in cui i giovani preferiscono “cimentarsi” è quello delle Costruzioni (+237 il saldo), seguito dal Commercio (+242) e dalle attività turistiche (+15 imprese). In ulteriore espansione la quota di imprese straniere, che nel 2014 raggiunge il 12,2% sul totale delle imprese: si rinforza il saldo attivo tra nuove aperture e chiusure, +849 unità, determinato da 580 imprese in più registrate a Genova, 107 a Savona, 96 a Imperia e 66 a La Spezia.

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