Treni

Spariranno gli Intercity?: “Migliaia di pendolari rischiano il lavoro”

Una bomba sociale da migliaia di nuovi disoccupati

stazione, treni, pendolari

Liguria. Assoutenti e i Comitati pendolari hanno espresso la gravissima preoccupazione al Viceministro Nencini riguardo all’impostazione che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti parrebbe voler assegnare al trasporto ferroviario nazionale nell’immediato futuro. Situazione che ovviamente graverebbe anche sulle linee liguri.

“Il contratto in essere tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Trenitalia, che comprende, per la massima parte, treni IC destinati al trasporto quotidiano di migliaia di lavoratori e studenti e solo marginalmente riguarda i collegamenti a lunga percorrenza nord-sud, è scaduto lo scorso 31 dicembre e ad oggi il programma di esercizio è svolto in regime di prorogatio – si legge in una nota – La nuova impostazione immaginata dal MIT andrebbe nella direzione esattamente opposta: cancellare l’attuale core-business per concentrarsi nell’area marginale del trasporto a lunga distanza (IC notte e IC a lunga percorrenza nord-sud)”.

Una decisione che secondo Assoutenti non sarebbe tollerabile. “Se tali indicazioni fossero confermate, si aprirebbe uno scenario decisamente insostenibile per decine di migliaia di abbonati che dovrebbero abbandonare il treno come mezzo di trasporto se non, addirittura, licenziarsi dal posto di lavoro perché impossibilitati a sostenere gli oneri derivanti da pendolarismo in auto privata – spiega l’associazione – Una bomba sociale da almeno 25.000 nuovi disoccupati potenziali secondo prime stime, visto che nella grande maggioranza dei casi la cancellazione dei treni IC non sarebbe supportata né da treni a mercato (in alcune aeree completamente assenti, in altre con un’offerta inadeguata a soddisfare la domanda di mobilità di lavoratori e studenti), né da una offerta di treni regionali o sovraregionali”.

In tempi di contrazione della spesa pubblica, Assoutenti e i Comitati Pendolari ritengono doveroso che le risorse pubbliche debbano essere dedicate a supportare adeguatamente le necessità di migliaia di lavoratori. Per questo motivo, quindi, sono fondamentali gli IC diurni a media percorrenza, soprattutto se si pensa a tratte ad altissima presenza di pendolarismo come la Roma-Ancona, la Roma-Caserta-Napoli, la Napoli-Bari, la Milano-Genova-Livorno, la Ventimiglia-Genova-Milano, la Livorno-Genova-Torino, la Salerno-Reggio e altre ancora.

“I patti di Tivoli sono stati disattesi nei fatti dalla maggioranza delle Regioni; infatti la metà dei treni interregionali circolanti nel 2005 è stata cancellata nel corso degli ultimi anni, con rarissime e lodevoli eccezioni (i treni RV finanziati dal Piemonte sulla Torino-Milano e sulla Torino-Genova, reale offerta di treni cadenzati e con tempi di percorrenza adeguati) – concludono – Appare quindi evidente che il disimpegno del MIT, dopo quello delle Regioni, dal trasporto sussidiato a media distanza significherebbe solo una improvvida operazione di bilancio che condannerebbe a enormi sacrifici decine di migliaia di italiani”.

Per queste ragioni, Assoutenti e i Comitati pendolari federati, ritenendo irricevibile questa impostazione, hanno richiesto un incontro urgente al Ministero e a Trenitalia al fine di individuare soluzioni alternative.

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