Sampierdarena. “Ho ricevuto in questi giorni numerose lamentele da genitori e insegnanti di diverse scuole primarie sampierdarenesi e genovesi circa la situazione delle mense. Il problema si protrae da un po’ di anni ed sono arrivate anche le denunce della commissione mensa formata da genitori della scuola Rodari di San Fruttuoso, che fece un legittimo e puntiglioso lavoro di analisi sulla qualità del cibo e sulla sua provenienza e dimostrò la scarsa tracciabilità degli alimenti forniti ai bambini, la presenza di ingredienti di basso livello spesso di provenienza estera consegnata in contenitori inadatti”. Davide Rossi, capogruppo della Lega Nord presso il Municipio Genova Centro Ovest, denuncia così la situazione delle mense scolastiche cittadine.
“Stessi problemi vengono segnalati da un insegnante della scuola Cantore che dopo oltre vent’anni di carriera e di pranzi consumati all’interno della mensa della scuola, ha notato quest’anno un drastico calo della qualità degli alimenti, cibi precotti, spesso serviti freddi, pasta al gusto di plastica, non utilizzo del formaggio, pesto di dubbia provenienza, ambiente mensa molto freddo. Stesso problema lo raccontano alcuni genitori della scuola Giano Grillo nel Centro Est, e in una scuola primaria della Val Bisagno, dove nel recente passato vi furono anche problemi con la ditta appaltatrice e sul personale mensa, stesse lamentele giungono anche da Pegli nella scuola sita in Villa Rosa”.
“Uno studio di Save the Children – continua Rossi – dopo un monitoraggio su 36 grandi città dimostrava la scarsa qualità di molte mense italiane e poneva il punto sulle enormi differenze nei criteri di accesso all’utilizzo delle mense e alle tariffe. In altre scuole del Centro Storico genitori hanno lamentato la presenza di insetti nel cibo, casi sporadici che però inducono a riflettere sulle strategie della civica amministrazione di taglio alla qualità delle mense e sulla qualità delle ditte di appalto. Un altro dato che fa discutere è quello relativo alle sanzioni, dove se il numero di pasti è sbagliato o il cibo arriva freddo, le ditte di appalto devono pagare 1000 euro di ammenda, ma se i cibi non sono conformi a specificità tecniche e a caratteristiche merceologiche pagano solo 100 euro”.
“Se si analizza che un pasto precotto costa 2.50 euro circa, sarebbe legittimo e doveroso pretendere dalle aziende e dal Comune qualità e tracciabilità dei prodotti serviti, stesso discorso vale per la qualità della mensa scolastica stessa non è normale obbligare i bambini a consumare il pasto in ambienti gelidi e non idonei”.